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[23] La mia Gangland
Gangland è una tappa importante nella saga del Professionista. L’ho ripetuto tal numero di volte in questi che hanno preceduto la sua pubblicazione che ormai anche l’affezionato lettore avrà stampato in mente il concetto a lettere di fuoco
LeggiIl libro dei morti
4 su 5
di Douglas Preston - Lincoln Child
The Book of the Dead, 2006, Sonzogno, 2007
[12] Nell'occhio della verità. I libri maledetti
Nel febbraio del 2OO2 si parlò molto anche di un libro che Annamaria Franzoni stava leggendo. Ma forse non l'ha mai letto
Leggi[11] Nell'occhio della verità. Un mostro senza fine
La storia dei delitti del mostro di Firenze, una storia che non si dà pace
Leggi[7] Angelo Marenzana
Scrivere innanzitutto per se stessi, senza scimmiottare altri, e allo stesso tempo con l’umiltà di saper modificare là dove l’essere troppo se stessi rischia di diventare qualcosa di narcisistico
LeggiPaolo Grugni
In teoria si può vivere di scrittura. Ma necessitano molti appoggi, la qualità del libro ha poco a che fare. Io ancora non ci vivo, ma ce la farò
LeggiNicoletta Vallorani
Ho avuto una nonna, importantissima. La nonna delle storie, e che se n'è andata troppo in fretta. Parlava un pugliese molto stretto, dunque spesso non capivo nulla di quel che mi stava dicendo, ma ero affascinata dal suono, dal viso scavato, dagli occhi ciechi. E mi facevo raccontare la stessa storia mille volte finchè non venivo a capo di un senso. Che non era necessariamente quello giusto, ma era il risultato del tentativo di costruire un ponte. In fondo è la stessa cosa che penso accada quando si scrivono romanzi
LeggiQuanto sono cattivi gli uomini
A vent’anni di distanza dalla morte di Jean Genet, avvenuta in una camera d’albergo a Parigi nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1986 (l’ora e il giorno non sono certi in quanto non è mai stata effettuata un’autopsia, ed è come se lui avesse voluto conservare fino alla fine la sua divina ambiguità) mi vengono alla mente alcune riflessioni e un paio di interrogativi
LeggiA proposito della sigla della mia rubrica
E’ un brano facile a fischiettare e a canticchiare, perché è molto orecchiabile. Ma, se lo si ascolta profondamente, è anche un pezzo che fa venire i brividi
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