Torino. La stagione dei delitti 2. Rai 2 manda in onda una fiction a puntate imperniata su delitti eccellenti.

Una delle prossime puntate è sulla falsariga dei delitti del cosidetto "Mostro di Firenze". La vicenda ha luogo nella provincia di Torino, ed è datata 1999. C'è un serial-killer che uccide a colpi di pistola le coppiette mentre amoreggiano in auto nell'imtimità della notte. Poi trascina fuori dall'auto la donna e le sfregia il corpo con un coltello. Si presume. Ma potrebbe essere anche un bisturi. Infatti il promo della puntata mostra delle antiche stampe che riproducono delitti sessuali avvenuti molti anni fa in cui il killer infierisce sul corpo della donna con un bisturi.

Chiaro il riferimento a un "Mostro d'autore" che potrebbe essere un medico. O un chirurgo. Lo sapremo quando andrà in onda quella puntata. Anche nella tragica vicenda del Mostro di Firenze i sospetti caddero su diversi medici. Da Giulio Zucconi a Francesco Narducci, a un misterioso dottore che avrebbe pagato i "compagni di merende": Pacciani, Vanni e Lotti per compiere i "lavoretti" sulle vittime. I feticci. O meglio l'asportazione della vagina. Le macabre scissioni. Ora che una fiction si ispiri ai delitti del Mostro non c'è nulla di strano. Quello che è strano è che la trama della puntata segue un filo conduttore che è del tutto simile a quello che ho perseguito nel mio libro-inchiesta Un mostro in guanti bianchi (di Roberto Fiasconaro ndc). Narrato anche nel numero di luglio del mensile NOIR.

Una casualità? Forse si. Il Mostro di Firenze era un medico che viveva a Lastra a Signa, luogo di residenza anche dei fratelli Salvatore e Francesco Vinci. Salvatore era il proprietario della famigerata pistola Beretta calibro 22 con cui il serial-killer fiorentino ha commesso gli otto duplici delitti. Perchè ne sono certo?

Perchè all'epoca dei delitti a Villa La Sfacciata di Giogoli, viveva un imprenditore di Monaco di Baviera, tale Rolf Reinecke, citato anche da Diego Cugia nel libro Un amore all'inferno. E da Michele Giuttari, Capo del Gides (la squadra antimostro) nel suo ultimo libro Il Mostro.

Anatomia di una indagine. Questo Reinecke fece il doppio gioco. Amico di Pacciani, Lotti, Robert Parker, indicato da Mario Vanni, il postino, come l'esecutore materiale dei delitti, di Francesco Narducci, il medico perugino morto in circostanze misteriose, nel lago Trasimeno, e che forse faceva parte della congrega del Mostro, ebbe una idea che però cadde nel vuoto. Rimase purtroppo inascoltata. Nel luglio del 1982 in piena escalation dei delitti seriali fiorentini, Rolf Reineche denunciò fatti e misfatti della congrega fiorentina, ai carabinieri, polizia, magistratura fiuorentina, senza essere creduto. Allora spedì un dossier alla redazione romana del Der Spiegel, facendo nomi e cognomi degli appartenenti alla setta segreta. Fra questi c'era un medico che si chiamava come il famoso portiere della nazionale di calcio tedesca che disputò la semifinale mondiale a Città del Messico contro l'Italia nel 197O. Questo dottore era l'esecutore materiale dei delitti. Che Reinecke cercò invano di fermare. Era un collezionista di stampe antiche di Ambrosini- Del Vecchio riproducenti delitti seriali avvenuti in Germania a danni di donne da parte di Kaspar Klainz e Otto Mossbrugger. Finiti con un cappio al collo. Le stampe rimandavano immagini del tutto simili a quelle che raffiguravano i delitti fiorentini avvenuti circa cento anni dopo. Il medico era un orfano che aveva studiato nel collegio degli orfanelli vicino a Imperia dove stampavano libri esoterici che vendeva personalmente a un libraio di Città di Castello amico della mamma di Susanna Cambi e Elisabetta Ciabani, vittime del Mostro di Firenze. Una casualità? No! Perchè anche Michele Giuttari nel suo libro Il Mostro si interroga sul perchè ogni volta che procedeva nell'inchiesta si trovava a dover fare i conti con un tedesco. Rolf Reinech è è morto di ictus. Ma una certa Marianna Reinecke vive in gran segreto a Firenze. Anche lei è la depositaria dei segreti del Mostro di Firenze? Sembrerebbe di sì. Visto che una volta che l'ho rintracciata dopo anni di ricerche è rimasta senza fiato. Infatti questa donna quando era bambina per tutti era morta di leucemia e sepolta nel giardino di Villa La Sfacciata. Una vicenda senza fine. Che non ha mai avuto epilogo.

Pregna di mille interrogativi su cui sono state fatte centinaia di speculazioni