Il perfido dottor Fu Manchu, cinese dotato di una sapienza occulta derivatagli da una razza che secoli fa dominava il mondo, vuole conquistare la Terra. Dalla sua base operativa, in mezzo alla giungla amazzonica, il criminale organizza un piano di distruzione su larga scala: fa rapire delle ragazze e le trasforma in terribili strumenti di morte, grazie al veleno che viene loro iniettato col morso di un serpente. Esse dovranno sedurre le vittime scelte da Fu Manchu e le elimineranno col proprio bacio letale. I nemici del dottore, sparsi in varie nazioni, saranno i primi a venire uccisi.

 

Il personaggio dello spietato Fu Manchu venne creato dallo scrittore inglese Sax Rohmer agli inizi del Novecento, e le sue imprese criminali furono narrate in numerosi romanzi di successo, pubblicati fino alla seconda metà del secolo. A partire dal 1923, il cinema seppe sfruttare il fascino inquietante di questa personificazione della “minaccia gialla” con una serie di film che ne portarono sul grande schermo le nefandezze ai danni della civiltà occidentale, il più significativo dei quali fu La maschera di Fu Manchu (1932), interpretato da Boris Karloff. Christopher Lee, divenuto a partire dal 1958 un celebre vampiro grazie al ciclo dei Dracula, negli anni Sessanta riprese il personaggio del diabolico dottore in diverse pellicole, alcune delle quali dirette dal regista cult Jess Franco. The Blood of Fu Manchu è un’opera piuttosto riuscita, caratterizzata dall’interpretazione tenebrosa di Lee, da un’ambientazione suggestiva (soprattutto gli interni del tempio di Fu Manchu nella giungla), da un buon senso del ritmo e da una tiepida componente sadico/erotica (le ragazze seminude in catene), che, in dosi diverse, è sempre stata una costante nella produzione di questo bizzarro artigiano del cinema. Grazie all’americana Blue Underground, il film viene proposto nella veste digitale, ripulito dai segni del tempo. Il lavoro di svecchiamento svolto è pressoché impeccabile, e la visione risulta nel complesso più che soddisfacente, con un quadro dai colori brillanti – si confrontino con quelli dei trailer originali – e una definizione perfetta, a eccezione di alcune scene buie in cui sono ravvisabili graffi e puntinature. L’audio è solo in inglese (il DVD è d’importazione) e i dialoghi sono sufficientemente nitidi. Molto interessante la sezione degli extra, con una serie di interviste (The Rise of Fu Manchu) al regista, al produttore Harry Alan Towers e al cast, i trailer, una galleria fotografica, e schede di approfondimento molto accurate sulla figura di Fu Manchu, su Christopher Lee e Jess Franco. Un titolo misconosciuto da riscoprire in un DVD di ottimo livello.