Venerdì 23 ottobre. Un tardo pomeriggio imbronciato. Di pioggia. Ma nella saletta sotterranea, in libreria Feltrinelli, c'è luce. Che rincorre il numero 3.

Cristina Zagaria presenta il libro Perché no?: con lei siedono Simona Mammano e Patrick Fogli. Tre scrittori, tre voci, che tessono trame e raccontano la realtà. Un numero primo di esperienze.

Buio in sala: il trailer ci avvolge, per qualche minuto. Ci proietta fuori dall'angusto loculo. Esplosivo. Irrazionale. Un pugno che desta interrogativi. Un urlo, che anche la luce non dissipa. Le dimensioni dello schermo, in questo, ingigantiscono a dismisura l'effetto.

Il dibattito si avvia, con un ritmo ternario. Botta-risposta, poi l'una riprende la precedente. In contrappunto prodigioso.

Perché no? è una storia che mette in discussione Napoli. E per questo motivo si può e deve leggere anche fuori da Napoli. Un fatto di cronaca di gennaio scorso, relegato in 30 righe, acquista il respiro di storia narrativa. E il valore esemplare, paradigmatico, della vicenda che dà vita a chi nella cronaca voce non ha: la vittima, con le sue ragioni e i suoi trascorsi. Perché questo è un libro di assenze: la scuola, la famiglia, la società, la parrocchia. Senza risposte. Perché in certi quartieri del capoluogo la "normalità" è esser figli di un capo riconosciuto, portare un soprannome, rubare. Perché non farlo?, infatti, si domandano i ragazzini dodicenni della storia di Cristina.

3 anni, 3 libri. Cristina ha raccontato 3 storie "di donne". Diversissime. Tre donne intorno a lei, curiosamente i loro nomi cominciano tutti per "A": Armida, la direttrice di ferro in Miserere; Angela, la donna di mafia e d'onore di L'osso di Dio; infine Adriana, la maestra di Napoli di Perché no?. Un denominatore comune per tutte: essere figure perdenti. In amore, dentro e fuori la famiglia. Tradite dagli uomini che dovrebbero amarle, tradite dai figli. I "figli" mai nati, come per Adriana, che ha investito la propria energia nella scuola e sugli allievi. I "suoi" figli, gli studenti, che la derubano.

Il tempo scorre. L'atmosfera si riscalda, gli sparuti presenti si stringono attorno all'autrice per le dediche.

Grazie Simona, grazie Patrick.

A.A.A.

A te, Cristina, aspirante "napoletana", buono studio! E grazie per lemozione, il brivido e lo spirito indomito con cui animi la realtà partenopea; e gli odori e i rumori che il tuo sguardo da “"forestiere" innamorato sa cogliere. Altre carte e altre storie tieni in serbo per noi lettori… Arrivederci al prossimo libro (e che l'attesa sia lieve e breve)!

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