Il 20 luglio 2001, alle ore 14.45, i black-bloc assaltano il carcere di Marassi. Dopo qualche ora, alle 17.30, durante gli scontri tra dimostranti e forze dell’ordine, il ventitreenne Carlo Giuliani muore in piazza Alimonda, colpito dal carabiniere ausiliario ventenne Mario Placanica.

Perché, in vista del G8 di Genova, il Ministero aveva acquistato seicento body bags, i sacchi con cui vengono portati via i cadaveri? Perché i poliziotti, durante le manifestazioni, non rispettarono le regole vigenti in situazioni analoghe negli anni precedenti, come quella di non mostrare il manganello né batterlo sulla mano sinistra, perché considerata un’inutile provocazione? Perché, nonostante il loro ruolo fosse riconoscibile, furono presi a manganellate medici e giornalisti? Come nasce il nasce il procedimento numero 14525/01 RGNR–21 a carico di ventinove poliziotti? Non a tutte queste domande può rispondere Simona Mammano, giornalista, assistente capo della Polizia di Stato. Piuttosto, Assalto alla Diaz, con una prefazione di Carlo Bonini,  è un lavoro d’indagine su documenti, atti processuali, articoli. Su queste fonti l’autrice ricostruisce i tragici avvenimenti del G8, puntando a  dimostrare fatti, omissioni, mancanze.

La distanza verso la verità, una distanza colmabile. Un’ inchiesta esaminata con un certosino lavoro di sintesi e selezione, affrontata con un linguaggio chiaro e preciso per rendere  il quadro accessibile a tutti, anche attraverso testimonianze toccanti, come quella di Mark Covell, che ha raccontato in tribunale il suo incubo: «Mi picchiavano da tutte le parti, ma sono riuscito a rimanere in piedi finché non sono stato caricato da circa quattro poliziotti con gli scudi, poi mi hanno respinto indietro verso il muro della scuola Diaz [...] Mi ricordo che un poliziotto si è staccato dalla fila laterale, me lo ricordo particolarmente perché mi ha dato un colpo alla spina dorsale. Al secondo calcio rimasi agganciato al suo piede, buttato per aria e cacciato in strada. Poi tutti gli altri agenti che mi erano intorno hanno cominciato a fare lo stesso e a quel punto otto costole sul lato sinistro si sono rotte così come una mano. [...] Ho sentito arrivare qualcuno. Era un altro pubblico ufficiale e quando si è materializzato è iniziato il terzo attacco contro di me. Non mi ricordo quanti colpi ho ricevuto, ma alcuni erano calci in faccia che mi hanno fatto volare via i denti. Poi è arrivato un colpo dietro la testa e sono svenuto.»Tutte le testimonianze sono toccanti, come anche quella di Lena Zhülke, (picchiata anche lei durante l’assalto alla Diaz, ha riportato, oltre a un trauma cranico, importanti traumi toraco-addominali che hanno determinato fratture costali e pneumotorace con contusione polmonare. Da cui è derivata una riduzione -certificata dai medici- del 30 per cento delle facoltà respiratorie), ma non mancano le voci della controparte e, in conclusione, la sentenza del Tribunale di Genova con tanto di capi d’imputazione, condanne in primo grado, e assoluzioni.

Un bel libro, forte, duro come lo sono state queste vicende, all’insegna di quell’informazione trasparente che è sempre più sporadica nei nostri tempi.