Nel giorno in cui Unabomber torna a lasciare il segno con così lucida ferocia, colpendo per la seconda volta una bambina, e per di più dentro una chiesa, all'archivista di Gotico Padano non resta che essere asciutto e circostanziato. Unico obbiettivo diventa più che mai comunicare l'attualità di un Nordest dove il malessere - di esistere e di vivere - sta toccando soglie di tossicità senza precedenti.

A Castelfranco, paesone di trentamila abitanti a una ventina di chilometri dalla Treviso martoriata dall'attentatore solitario, pochi giorni fa, in piena campagna elettorale per le prossime elezioni comunali, il sindaco Maria Gomierato fa irruzione al liceo Giorgione. Si insedia nell'ufficio del preside, Franco Rebellato, e assieme a lui sottopone a terzo grado una ragazzina di 15 anni, "colpevole" di avere firmato sul giornalino scolastico, Lo Raptus, un articolo intitolato W il cemento, dove si fa riferimento a piani immobiliari attribuiti alla giunta in carica ("L'ira del sindaco sul giornale scolastico", Il Gazzettino dell'11 marzo).

Fosse anche vero che la giovanissima cronista ha scritto cose inventate o tendenziose (apprendiamo che al Giorgione si sta dando alle stampe un'edizione straordinaria di Lo Raptus, dagli intenti riparatrici riguardo alla reputazione del sindaco), quanto avvenuto nel liceo di Castelfranco, nei confronti di una minorenne, allarma i cuori sensibili alle regole della convivenza civile e ai limiti che i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero rispettare.

Non distante da Castelfranco, in un altro comune del Trevigiano che si chiama Paese, istituzioni e garanzie di qualunque genere sembrano essersi addirittura dissolte in un'aria gravida di pestilenziali sentori. Almeno dalla notte dello scorso 1 marzo, quando hanno cominciato ad arrivare i primi camion autorizzati, da una delibera della Provincia di Treviso, a gettare quintali di amianto in un'apposita, immensa discarica. Qui, a cielo aperto e a poca distanza dalle abitazioni, in un sito che pare non avere uguali in Europa, si possono ammassare scorie contenente questo minerale, le cui fibre provocano notoriamente malattie mortali come il mesotelioma. Ai cittadini non resta che organizzare veglie notturne, documentando fotograficamente quanto avviene nella discarica, e lanciare le proprie denunce e campagne informative tramite il comitato Paeseambiente (www.paeseambiente.org - tel. 347/9385856).

Tanta follia non sorprende chi, esplorando la storia recente della regione, si imbatte in un territorio seppellito da quantità indescrivibili di questo materiale, di cui si è abusato finché la legge lo ha consentito, con un utilizzo che spazia dalle costruzioni alle infrastrutture ai vagoni ferroviari. "Conviviamo con 900 tonnellate di amianto" titola Il Gazzettino di Mestre del 6 marzo, riferendosi alle tubazioni delle centrali elettriche di Marghera e Fusina. Da qui discendono i 24 lavoratori veneziani a cui sono state diagnosticate placche pleuriche da absestosi, su un totale di 40 dipendenti delle centrali termoelettriche italiane colpiti da questa malattia. Dati contenuti in una perizia commissionata dal Tribunale del Lavoro di Venezia.

Questa è l'aria che "si respira" nel Nordest di Unabomber. Dove, anche senza il suo intervento, ortaggi gonfi di conservanti allo zolfo esplodono comunque nelle cucine dei cittadini tornati dalla spesa al supermercato. "Stavo pulendo il carciofo, quando è scoppiato", racconta una casalinga al Gazzettino di Belluno del 7 marzo, confermando la dinamica di un fattaccio di cui già ci siamo occupati. Sfogliare i giornali dell'ultimo mese è come addentrarsi in incubi senza fine: "Ancora in pezzi la vetrina di Azizi", cinque attentati in un anno alla pizzeria al taglio che un iraniano di origine curda gestisce a Spinea (Il Gazzettino del 7 marzo). "Sotto il cemento ancora cromo", a proposito di una falda acquifera avvelenata a Tezze sul Brenta (Il Giornale di Vicenza del 26 febbraio). "Vanno per l'incendio, trovano la discarica", dieci chilometri quadrati di immondizie di ogni genere scoperti dai pompieri a Vigonovo (Il Gazzettino di Mestre del 22 febbraio). "Paura per le conseguenze del cemento tossico" (Il Gazzettino di Mestre del 5 marzo), dopo l'inchiesta della magistratura su una fabbrica di Malcontenta (Venezia), dove si sospetta che per fare conglomerati di cemento siano stati usati rifiuti tossici.