"Un faro è un punto fermo. L'ho sempre pensato fin da bambino, dalla barca di mio padre. Se ne stava laggiù, lontano, in mezzo a un mare che luccicava così tanto da far chiudere gli occhi e così lo vedevo brillare, anche lui, soffocato dalla nebbia umida che mi offuscava le palpebre."

Inizia così Il bambino del faro, racconto di Carlo Lucarelli, ambientato in un'isoletta sperduta sulla quale sorge un vecchio faro. Lì, lontano da tutto e da tutti, è andato a vivere un giovane che ha bisogno di riflettere sulla propria esistenza. Improvvisamente, però, qualcosa arriva a turbare la sua ritrovata serenità. Sta forse diventando pazzo, oppure c'è qualcun altro sull'isola, come più indizi fanno pensare? E quel nome, Andrias, che qualcuno ha appena inciso con mano incerta sulla corteccia di un albero e che sembra appartenesse a un bambino morto anni fa tra quegli scogli.

A questo punto, però, il racconto si interrompe, per "ricomparire" con il suo epilogo ufficiale solo alla fine del volume.

Lucarelli si fa momentaneamente da parte e lascia che siate voi lettori a immaginare la conclusione della storia, così come hanno già fatto i dodici giovani aspiranti scrittori premiati nell'ambito del concorso internazionale Scrivi con me e ospitati tra le pagine del volume edito da Gremese.

Come credete che il racconto potrebbe concludersi? Il lettore potrà ideare il proprio finale e confrontarlo con quello pensato da Lucarelli.

Il Bambino del faro. Un racconto con dodici finali di Carlo Lucarelli e AA.VV (Editore Gremese) - pagine: 95 - € 9,50