Come fa un film come Breach - L'infiltrato di Billy Ray, con la sua deliberata voglia di suicidarsi fin da subito, visto che fin da subito annuncia la fine che farà, a tenere comunque incollati alla poltrona fino alla fine?. Evidentemente può, se ad aprire e a chiudere le danze è un personaggio come Robert Hanssen, 25 anni nell’FBI ai massimi livelli di cui ben ventidue trascorsi a passare materiali top secret all’URSS prima e alla Russia poi (il film abbraccia l’arco temporale che trascorre tra l’Amministrazione Clinton e quella Bush jr, con tanto di foto che vengono cambiate nelle stanze che contano). Non è stato forse Hitchcock a dire che più riuscito era il cattivo e più riuscito sarebbe stato il film? Ma un cattivo, per quanto tale, non sarebbe sufficiente se fosse solo e soltanto un cattivo tout court, un cattivo ad una dimensione, un cattivo della domenica. Stavolta, grazie ad un fior d’attore che risponde al nome di Chris Cooper (da American Beauty a Il ladro di orchidee) il ritratto che emerge di Hanssen è uno di quelli ad alta complessità che fuoriesce appieno dal confronto, quasi inevitabile in queste circostanze, tra lo stesso Hanssen e il giovane rampante Eric O’Neill (Ryan Phillippe), messogli alle costole dai vertici dell’FBI per un controllo il più ravvicinato possibile così da inchiodare il traditore alle sue responsabilità. Tanto è semplice, ligio al dovere, fedele, in tutti i sensi il primo, tanto è contraddittorio il secondo, alle prese con una vita doppia che dire doppia è dire poco, una di quelle vite che mentre in pubblico sale agilmente una scala di valori con in cima un amore viscerale per Dio, la famiglia, e la patria, in privato ne scende un’altra fatta di perversioni (sessuali) e doppio gioco. Se spiegata fino in fondo una simile contraddizione risulterebbe (persino nella migliore delle ipotesi…) come “.. una caldaia incrinata sulla quale battiamo musica da far ballare gli orsi quando vorremmo commuovere le stelle”; lasciata invece irrisolta com’e (anche se il tradimento di Hanssen potrebbe essere letto come il tentativo di richiamare l’attenzione sulla fallibilità dei sistemi di sicurezza) significa aggiungere mistero al mistero ed emozione ad emozione.