Come abbiamo avuto occasione di scrivere (vedi notizie/4682/) dietro il nome di Claude Izner si celano due simpatiche sorelle: Liliane Korb e Laurence Lefèfre che in occasione della presentazione del loro secondo romanzo “La donna del Père-Lachaise sono state a Milano ed a Roma. Ne abbiamo approfittato per una intervista che ci hanno gentilmente concesso e che ci fa conoscere meglio sia le autrici che il personaggio “fisso” dei loro gialli.

E’ la prima volta che ci capita di intervistare due sorelle scrittrice, una domanda che ci viene spontanea è se la vostra differenza di età non vi sia stata di intralcio nella vostra gioventù?

No, non è mai stata un problema. Quando io (Laurence) sono nata, Liliane aveva undici anni, e si comportava come si fa con una sorellina: mi portava al cinema, mi leggeva le storie. C'era proprio complicità. Quando avevo 16-17 anni, l'ho "raggiunta", nel senso che potevamo ormai fare progetti insieme.

Dove avete trascorso la vostra infanzia? Che scuole avete fatto?

In una periferia di Parigi, che si chiama Saint Mandè. Era una cittadina ricca, mentre noi eravamo piuttosto poveri e abitavamo in un meublè, cioè un albergo in cui si viveva affittando anche i mobili del proprietario.

Liliane ha frequentato le cosiddette "scuole femminili", poi ha preso l'equivalente della nostra licenza media; a diciassette anni ha smesso di studiare e ha fatto diversi stage per imparare a diventare montatrice per il cinema. Laurence, invece, ha fatto il liceo, poi studiato archeologia, e nel 1972 ha iniziato a lavorare con Liliane come bouquiniste.

Dopo lavori in vari campi, quale è stata la molla che vi ha fatto decidere di diventare libraie? E chi è stata la prima a prendere questa decisione?

Nostro padre era già bouquiniste ed era quindi un mestiere che conoscevamo in parte. La prima di noi a intraprendere questa professione è stata Liliane; nel 1972, infatti, le tecniche di montaggio stavano cambiando e lei voleva una certa libertà per dedicarsi anche ad altre attività; cosa che, facendo la bouquiniste, è possibile.

Abbiamo letto che Laurence ha scritto due romanzi (riteniamo da sola), di che genere erano?

Laurence ha scritto il primo romanzo, "Parìs-Lézard", nel 1997; era un romanzo fantastico e poetico che raccontava una Parigi che andava in pezzi, ma non era di fantascienza.

E nel 1999 ha scritto "I passanti della domenica", un genere più intimistico.

Liliane, invece, ha iniziato con un libro di fantascienza per ragazzi: "Il tempo senza frontiere", storia di un ragazzino di oggi che passa attraverso un cunicolo ed emerge nel 1870, durante l'occupazione di Parigi, e incontra un suo coetaneo che sta morendo di fame e quindi deve fare avanti e indietro attraverso il cunicolo per portargli del cibo.

Insieme, poi, hanno scritto altri libri firmandoli Liliane Korb e Laurence Lefèvre.

Da ragazze piaceva ad entrambe leggere, oppure è una passione arrivata più tardi?

Laurence ha iniziato ad amare la lettura dal momento in cui ha imparato a leggere. E il fatto che i genitori fossero dei venditori di libri, e che i libri riempissero la casa, ha senz'altro alimentato questa passione. Laurence leggeva anche i fumetti, che si chiamavano "gli illustrati". A Liliane piacevano anche generi più maschili, come le storie con i piloti di aerei.

Quale è stato il percorso per poter pubblicare un vostro primo lavoro?

Per Laurence è andata così: aveva scritto "Paris-Lezard" ma non osava mandarlo a un editore. Un giorno, va a un salone, una specie di fiera, per vendere vecchie cartoline, e incontra Ives Jiboau. Suo marito inizia a chiacchierare con lui e gli fa anche un po' di sconto. Lei riconosce lo scrittore famoso e gli fa i complimenti. Allora interviene Liliane, che gli dice che la sorella ha scritto un libro. Lui dice di mandarglielo: lo leggerà e, se gli piacerà, lo manderà al suo editore. Così Laurence ha pubblicato il libro con Calmann-Lévy.

Liliane dice: intanto, l'ho scritto, cosa non semplice… Poi volevo proporlo ad Hachette, ma non ho trovato la porta d'ingresso! Il destino… Allora, visto che in quella strada c'erano altre case editrici, sono entrata da Flammarion, e mi hanno pubblicato il libro nella collana "Castor Poche".

E quando e perchè avete deciso di scrivere proprio romanzi gialli? E come è nata l’idea dello pseudonimo maschile?

Avevamo già scritto Lo strano caso Plumet, un poliziesco per adolescenti. L'imperativo del nostro editore era: niente sesso, niente sangue. Invece, alla fine, ci siamo accorte che avevamo messo dentro molti cadaveri, cosa inevitabile in un libro di denuncia del periodo dell'occupazione nazista. Allora ci siamo dette: se abbiamo scritto un poliziesco per ragazzi, allora possiamo anche scriverne uno per adulti, ed è nato Sang dessus dessous.

A noi piace molto anche il fantastico e la fantascienza, ma, soprattutto quest'ultima, è difficile da scrivere e anche da pubblicare, e poi non si può essere tanto spiritosi. E scrivere a quattro mani esclude il romanzo psicologico e introspettivo, mentre il giallo si presta benissimo e lascia spazio a entrambe.

Riguardo al nostro pseudonimo: "Claude" in francese è un nome sia maschile che femminile, ed è il secondo nome di Liliane. "Izner" è il cognome di nostra madre.

Perchè posizionare le storie alla fine del 1800? Questo è una sicura complicazione che comporta un lungo lavoro di ricerca ecc. ecc.

Perché è un'epoca che ci ha sempre affascinate. Basta pensare alla sua straordinaria creatività artistica, sia letteraria che pittorica, ma anche alla moda, ai caffè, ai ritrovi per artisti. Per ricostruire quel periodo ci siamo tuffate nelle sue fonti, leggendo i quotidiani e le riviste, ascoltando la musica, osservando i quadri di allora.

Come vi organizzate per scrivere un romanzo? Chi ha la “prima idea”?

Dipende dalle volte, non abbiamo ruoli definiti.

Quello che facciamo sempre è stabilire, prima di tutto, la storia del giallo, il tempo dell'azione e possibilmente come costruire i capitoli. Poi partiamo con le ricerche, e una delle due inizia a scrivere venti, trenta o quaranta pagine, e le passa all'altra. Che taglia, corregge e aggiunge, e poi passa nuovamente all'altra il suo lavoro. Procediamo così. Spesso Laurence inizia e Liliane rifinisce, tagliando spietatamente, annullando le ripetizioni e stando attenta agli anacronismi linguistici e le incongruenze della storia, che scrivendo possono "scappare".

Dove scrivete, in che tempi, avete abitudini particolari?

Ognuna scrive da sola, a casa propria.

Quanto c’è di voi nel protagonista Victor Legris (oltre alla professione ed a vivere a Parigi)?

In lui c'è la nostra passione per le imprese difficili: per noi, l'impresa è scrivere questa serie, per lui, le indagini che si trova a condurre.

Il vostro simpatico protagonista Victor, convolerà a giuste nozze con la sua fidanzata?

Sì, ma un po' più avanti… Sarà un matrimonio molto discreto, come lo sono stati i nostri.

Le avventure di Victor sono arrivate al sesto appuntamento, avete intenzione di proseguire nella serie oppure state pensando a qualcosa di nuovo?

Sì, vogliamo arrivare all'anno 1900, trattando un anno in ogni libro. Ora siamo a metà strada.