Lontano miliardi di anni luce dall’accattivante Trainspotting, dove si stabiliva che il migliore orgasmo moltiplicato x 1000 sarebbe comunque rimasto indietro di parecchio rispetto a un buco d’eroina in termini di soddisfazione, Paradiso + Inferno dell’australiano Neil Armfield sembra avere più a che fare con due film simbolo sull’argomento tossicodipendenza, entrambi risalenti ai primi anni ’80: Cristiana F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (1981) e Amore Tossico (1983) di Claudio Caligari, entrambi con un tasso di crudezza che all’epoca fece scalpore.

Anche Paradiso + Inferno preferisce essere crudo (anche se rimane un gradino al di sotto dei precedenti) e anziché arzigogolare sulla questione buco bello, buco brutto, spara i suoi due protagonisti ben dentro ciò che il titolo annuncia, frapponendovi la Terra sotto forma di terzo capitolo.

Il film segue alla lettera uno dei comandamenti del genere ‘discesa all’Inferno’, che consiste nel far scorrere un piano, sul quale si trovano i due protagonisti, Dan (Heath Ledger, che inizia ad essere evidente non teme i ruoli scomodi) e Candy (Abbie Cornish, chissà, forse la nuova Naomi Watts…), ben al di sotto di altri piani in larga parte occupati da ciò che abitualmente è ritenuto essere il rispetto per se stessi e la reale volontà/capacità di smettere di farsi.

Il finale poi, sempre a rischio in qualunque a storia figuriamoci in una del genere, pur nel suo ottimismo della volontà funziona benissimo addirittura eleggendo ad immagine di un riscatto tardivo ma pur sempre realizzato, addirittura un bicchiere d’acqua che trangugiato con febbrile avidità, strano a dirsi non stona affatto.

Va da sé che a tutti coloro i quali sono convinti che il tema tossicodipendenza vada trattato a scanso d’equivoci con altro spessore, equivoci sconfinanti nell’emulazione, equivoci che anche stavolta sembrano indirizzati verso il mix ‘belli e dannati’ con in più l’aggravante fornita dalla presenza di un mèntore interpretato da Geoffrey Rush prodigo di denaro ed eroina quando l’astinenza per Dan e Candy si fa troppo dura, Paradiso + Inferno non piacerà per nulla perché la registrazione dei fatti finisce col prevalere abbondantemente su qualsivoglia giudizio riguardo il binomio eroina + tossicodipendenza (fermo restando il declino nel consumo d’eroina a favore di altre sostanze evidentemente più cool…).

Ma forse in fondo non c’è da preoccuparsi, vista l’indifferenza con la quale è stato accolto il film (mercoledì, secondo spettacolo, unico spettatore, tanto per dire…).