Proprio oggi in uscita per la Dolmen Home Video il formidabile esordio alla regia di Louis Malle, quell’Ascensore per il patibolo che molti ricorderanno essere non solo un classico del noir di fine anni ’50, ma anche il film che ha segnato un capitolo importante nella carriera musicale di Miles Davis, autore di una colonna sonora quasi “improvvisata” sul momento, e forse per questo ancor più preziosa.

Florence Carala (Jeanne Moreau), moglie del ricco industriale Simon Carala, ha come proprio amante il collaboratore più fidato del marito, Julien Tavernier (Maurice Ronet), ex capitano dei parà in Algeria e Indocina. I due si amano perdutamente e decidono di architettare un piano perfetto per uccidere Simon, incontrandosi poi al caffé abituale dove Julien è solito bere qualcosa. Tutto sembra funzionare per il meglio: Julien riesce a eliminare il rivale in amore e a fuggire con dei documenti per lui preziosi, eppure una tragica dimenticanza lo fa tornare indietro di corsa, con il motore ancora acceso. Salito in ascensore, l’uomo finisce per rimanervi bloccato, causando così una serie di imprevisti nel piano, a cui si aggiungeranno anche il furto della sua auto da parte di due balordi...

Il film, tratto da un romanzo di Noël Calef, ruota attorno alla geniale idea di chiudere il protagonista in un ascensore, trasformandolo paradossalmente in un comprimario, in fondo vile e ben poco brillante, sulla scena che si svolge in primo piano. A invadere letteralmente lo schermo (a cominciare dalla prima, intensa inquadratura) è in effetti il volto di Jeanne Moreau, amante febbrile e perduta nella folla e nelle strade di Parigi, invasa dalla pioggia e dalle lacrime che sembrano cancellare per sempre la presenza dell’amato Julien. Da sola, di notte, senza sapere cosa sia accaduto al marito né all’uomo che ama, Florence va alla disperata ricerca di Julien, chiedendo in tutti i locali abituali che lui frequenta se qualcuno l’ha visto, arrivando persino a credere di vederlo con i propri occhi nella macchina che le sfreccia davanti, con una piccola fioraia a fianco del guidatore. Possibile che Julien la tradisca con una ragazzina così banale? La verità è, ovviamente, ben più complicata e casuale, e una volta venuta a galla, come le fotografie in fase di sviluppo, Florence non potrà più fuggire alle conseguenze dell’amore.

Più che la trama secondaria, certo ben architettata, o le indagini del commissario Cherier (Lino Ventura), vero mastino discreto ma efficente, a colpire l’immaginario è lei e soltanto lei, l’attrice icona dell’amour fou che qui forse più di ogni altro film da lei interpretato sa dar corpo e vita a un sentimento che consuma in maniera così forte da rendere ogni altro pensiero superfluo. Forse oggi alcuni dialoghi della sceneggiatura possono apparire un po’ affettati e posticci, ma resta comunque un’opera notevole di innegabile fascino, che seppe subito porre in risalto le doti di Malle per un cinema squisitamente noir e nello stesso deciso, romantico e febbrile come la musica del grande jazzista e come il volto della protagonista. Da non perdere.

Extra

Intervista di 15 minuti a René Urtreger, il pianista del quintetto di Miles Davis che eseguì le musiche per la colonna sonora del film. Filmografia del regista e degli attori