Più sangue, Larry non è un noir. Anche se un po’atipico nella forma e nel linguaggio, possiamo considerarlo un giallo perché racconta la storia di un’indagine condotta da una figura di investigatore tipica del thriller: il giornalista. Niente a che vedere con le figure di eroici reporter o acuti segugi della notizia alle quali ci ha abituati il cinema. Larry Bo è un cronista di provincia; le sue giornate scorrono monotone tra conferenze stampa e  reportage sulle balere della riviera romagnola. I quattro colpi di pistola che spezzano la vita del tassista Roberto Tossani rappresentano per Larry l’occasione di ritrovare il "fuoco" della professione e lanciarsi in un indagine parallela a quelle delle forze dell’ordine. E qui Larry si rivela del tutto simile ai suoi illustri colleghi e predecessori di carta o pellicola. Il giornalista-detective non vuole scoprire la verità per inesausto bisogno di giustizia: vuole una notizia da pubblicare prima, e possibilmente meglio, degli altri. Larry è purtroppo ostacolato dalla sfortuna di essere protagonista di un romanzo "reality based": sulla strada delle verità trova problemi tecnici col computer, rivalità tra colleghi e gelosie. L’indagine sull’omicidio sconfina quindi nell’indagine sulla sua professione, dal malcostume dilagante ai piccoli incidenti quotidiani che l’autore ci racconta con umorismo e divertita rassegnazione. Larry troverà l’assassino del tassista?  Il lettore dovrà arrivare all’ultima pagina e forse (ma forse) avrà la sua risposta. Sicuramente troverà alcuni spunti di riflessione. Nel mondo di Larry, così come nel nostro, i giornali sembrano fare a gara di mediocrità e i criminologi diventano star della televisione. Se è vero che l’informazione, il modo in cui questa è confezionata, condiziona l’immaginario della società, prima o poi dovremo interrogarci seriamente sull’idea che ci siamo fatti del crimine. Più sangue, Larry è l’opera prima di Lorenzo Sani, di professione – neanche a dirlo -  giornalista. Nonostante gli amari spunti di riflessione che suggerisce, il romanzo è una lettura vivace, veloce e un ritratto divertente di Bologna. Spogliata per una volta dal fascino di portici e misteri, la città rivela una delle sue lacerazioni più profonde e autentiche: il feroce conflitto tra Virtus e Fortitudo!