"Un film sull'ossessione della verità", afferma Tom Hanks a un mese circa dalla presentazione del film tratto dal Codice da Vinci.

 

Ancora: "Essere nel film Il Codice da Vinci è stata la ricompensa più significativa della mia carriera professionale". Come dire che la pellicola è già un mezzo capolvoro, stando almeno alle parole di un attore navigato come Hanks. Staremo a vedere e giudicheremo a tempo debito.

Certo è che la campagna pubblicitaria per il lancio del film non inizia con le dichiarazioni di Hanks. Sono mesi che non si fa altro che parlare delle cause legali per plagio. E sebbene per Dan Brown gli inghippi legali siano tutt'altro che piacevoli, mantengono vivo l'interese sulla "galassia da Vinci".

Sembra essere tutto un viavai pubblicitario. Anche l'Opus Dei pare che l'abbia capito e, come ha già fatto con il libro, sfrutta il ritorno d'immagine - seppur negativo - a suo favore (è noto che nel romanzo l'Opera non ne esca un granché bene) non mettendocisi direttamente contro.

Anche questo articolo potrebbe essere l'ennesima pubblicità gratis. Ma è meglio non sfociare nel complottismo. Quello che interessa, alla fine, è il film, giusto? E non resta altro che aspettare l'uscita ufficiale fissata per il 19 maggio.