Storia di due famiglie lunga quattro generazioni nell’arco di un secolo: dal 1908 al 2008. Anni Venti del secolo scorso nella Francia profonda, campagna dell’Alvernia. Gabrielle, nubile sulla trentina, vive lontana da casa e lavora per mantenersi. Fa l’infermiera in un liceo maschile e lì conosce un alunno, Paul, figlio di borghesi proprietari di una fattoria. Il ragazzo è bello e consapevole di esserlo, brillante negli studi, sicuro di sé, con grandi progetti per il futuro. Oggi si direbbe un maschio alfa narcisista. Gabrielle conosce la vita e gli uomini, è irrequieta, indipendente da tutto, famiglia compresa. Fra i due inizierà una relazione tanto passionale quanto destinata a finire presto ma che le lascia un figlio.

La storia della vita di quel figlio, André è narrata in una forma originale.

Il romanzo è suddiviso in capitoli che portano tutti una data diversa, il che consente all’autrice di passeggiare avanti e indietro nella storia raccontando l vicende dei componenti di due nuclei familiari: quello di Gabrielle e quello di Paul. Ci si appassiona alle loro vicissitudini, alle sensazioni, ai pensieri dei vari personaggi e si parteggia per il figlio André quando decide di mettersi sulle orme del padre biologico, lacerato fra il desiderio di conoscerlo e farsi conoscere e il timore della reazione che può produrre nella madre, che ha tenuto segreta per tanti anni l’identità del padre di suo figlio. Andrè non troverà mai durante l’intera vita, il coraggio di palesarsi a suo padre. Lo farà la generazione successiva, quando tutti i diretti interessati saranno ormai scomparsi.

Lo stile narrativo: leggero, spiritoso talvolta, evocativo dei sentimenti sottotraccia che collegano fra loro i componenti della famiglia di Gabrielle e, in modo del tutto diverso, quelli della famiglia di Paul.

Lui, André, 10 anni, sa che quel padre esiste, necessariamente, o esisteva prima che lui nascesse, mentre quel padre potrebbe non sapere di aver quel figlio, un figlio, André Léoty, dieci anni…” P. 56

Gabrielle si tiene a debita distanza dal passato, se ne sta sulla difensiva; alla sua età, 58 anni, tra poco 59, una donna ha tutto da temere dal passato, i rimpianti, i rimorsi, la nostalgia, il gelido sapore di ferro delle occasioni mancate e la marea crescente delle illusioni perdute.” P.113