In libreria è uscito l'ultimo romanzo di Diego Zandel edito da Alacrán dal titolo Il figlio perduto — La mia storia dalla terra d’Istria, Marilù Oliva lo ha intervistato per Thriller Magazine.

Il figlio peduto è un romanzo “petroso”, struggente, feroce che racconta storie concrete di donne e di uomini, ci parla dei loro dolori e delle loro speranze, delle loro ansie e dei loro sogni. Ed è questo il modo migliore per non dimenticare. Al centro la vicenda tragica di una famiglia istriana: di un ragazzo, Giacomo, “venduto” dai suoi genitori; di un uomo alla ricerca disperata della propria paternità; di un mondo chiuso e superstizioso; di una donna vedova a cui nessuno perdona di essere infelice, e poi felice (vedi anche notizie/9350/)

Benvenuto, Diego. Io ti chiedo innanzitutto di parlarci della tua attività consolidata di scrittore. Hai scritto saggi, poesie, sette romanzi e conosci abbastanza bene l’ambiente editoriale. Com’è la figura dello scrittore, oggi?

Credo che la figura dello scrittore sia cambiata nel corso degli anni e che a produrre questo cambiamento sia stato principalmente il passaggio da un’editoria artigianale, in cui l’editore affrontava in prima persona i rischi impliciti nelle sue scelte editoriali, a un’editoria industriale, delegata a manager che per mantenere la propria posizione hanno come riferimento solo i numeri di vendita dei libri, indipendentemente dalla loro qualità. Pertanto, fino a un certo momento, agli anni ottanta, la figura dello scrittore, e parliamo di Moravia, Soldati, Parise, Cassola, Bassani, Gadda, Berto, i primi che mi vengono in mente, svolgeva un ruolo sociale importante che oggi si è pressoché perduto.

L'intervista integrale in rubriche/9538

Diego Zandel è nato nel 1948 nel campo profughi di Servigliano da genitori fiumani. Ha pubblicato numerosi racconti in volumi antologici, tra cui Duca Lamberti in Crociera da Garzanti (ne Il ritorno del Duca, antologia dedicata a Scerbanenco nel 2006), Il console romeno da Einaudi (nell’antologia Omissis, 2007) e Stendhal, il carbonaro da Piemme (in History&Mistery, 2007), da cui il Teatro Stabile di Trieste ha tratto uno spettacolo di successo. Altri racconti di ispirazione istrofiumana e greca pubblicati in diverse riviste e giornali sono stati raccolti nel volume Verso Est, Campanotto, 2006. È sposato con una donna di madre greca e vive tra Roma e l’isola di Kos.