C'era una volta… il thriller!

Andiamo subito al sodo, a quel che ci interessa, visto che qui in questo portale si parla di thriller. Le fiabe, tutte delicate e principesche, con scarpette di vetro e carrozze dorate sono solo il risultato edulcorato di secoli di aggiunte e cambiamenti, di fronzoli di abbellimento ricamati sopra secoli di delitti e ingiustizie.

Ai bambini, e alle bambine, oggi si sta molto attenti a non raccontare di delitti, di omicidi, di "cose brutte" e alle fiabe si aggiunge sempre una morale educativa, dopo averle sfrondate di ogni cattiveria possibile.  Ma un tempo, a rileggere le fiabe originali raccolte dai fratelli Grimm, agli inizi del 1800, o prima ancora rivisitate da Charles Perrault, alla fine del 1600, erano piene di teste mozzate, sangue che esplodeva dalle stanze, cannibalismo e tante altre efferatezze.

Marina Warner è una scrittrice, ma soprattutto è una studiosa di fiabe e folclore. Diversi suoi saggi hanno indagato sulle origini di fiabe famose come La bella e la Bestia, oppure sull'origine del Babau, il Boogey Man. Qualche anno fa uscì un suo saggio "Fairy Tale: A Very Short Introduction" che da poco Donzelli ripropone finalmente in italiano.

Scrive la stessa Warner: "Con altrettanta frequenza si verificano anche atti indicibili,  incredibili. Violenze domestiche spaventose: un padre che mozza le mani alla figlia, perché il diavolo vuol portarsela via; un’altra figlia che si nasconde sotto una pelle d’animale, perché il padre pretende di sposarla. I bambini sono maltrattati: Hänsel e Gretel vengono abbandonati nel bosco dalla madre e dal padre e sfuggono per un pelo alle grinfie di una strega cannibale."

Sono storie di fiction? A noi che piace leggere thriller forse non fanno né caldo né freddo, ma se fossero storie prese dal vissuto quotidiano, da ciò che accadeva veramente all'epoca di quei racconti? 

Grandi siccità e carestie portavano veramente al cannibalismo, la povertà portava all'abbandono dei propri figli in mezzo al bosco. I padri violentavano le figlie, le madri uccidevano i loro bambini, le donne venivano rinchiuse in torri, murate vive.

Ma a quanto pare ieri non era diverso da oggi.

Continua Marina Warner: "situazioni simili […], continuano a ricorrere nelle storie e a riecheggiare, di settimana in settimana, nei nostri notiziari. Quando un bambino muore per mano dei genitori che lo affamano e lo torturano senza che nessuno intervenga per aiutarlo, come è avvenuto a Daniel Pelka; quando delle ragazze vengono rapite e segregate da un uomo all’apparenza normale in un qualsiasi sobborgo americano; quando Josef Fritzl tiene la figlia rinchiusa in cantina per ventiquattro anni, e la costringe a mettere al mondo sette figli con lui finché non viene scoperto nel 2008"

Sembra di sentire raccontare le trame di tanti gialli e thriller e noir, ma invece è la realtà, che supera la fantasia di gran lunga, questo ormai lo sappiamo tutti. Una volta si scrivevano fiabe, oggi si scrivono thriller. La realtà, purtroppo è sempre quella. 

Il saggio di Marina Warner ci svela che non è cambiato nulla, quindi. Anche una volta si raccontava di delitti e omicidi, in storie che venivano raccontate davanti al fuoco, come intrattenimento, e poi sono diventate fiabe. 

E poi, questo di Marina Warner, è un saggio che si legge volentieri, che ci fa scoprire tanti segreti, ci accompagna per mano in un bosco fitto di colpi di scena. Scoprire da dove vengono le fiabe, come sono mutate col tempo, tanti colpi di scena che davvero non è il caso di svelare in questa recensione. Non si fa. Non si rovina la lettura anticipando i colpi di scena, lo sappiamo bene noi che leggiamo i thriller. Insomma, "C'era una volta" è davvero una lettura emozionante, c'è solo da andare a scoprire cosa può rivelarci di inquietante il mondo delle fiabe.

Tanto che non ci stupisce il fatto che da un paio di anni di fiabe se ne occupi anche lo scrittore di noir Carlo Lucarelli con il suo programma televisivo In compagnia del lupo, a caccia di misteri e delitti tra Hansel e Gretel, Barbablù e Biancaneve.