Sulla criminalità a Roma ormai si potrebbe dar vita a un’antologia, tanti sono i libri, romanzi e inchieste, che le sono stati dedicati. Mancava il capitolo di quella rappresentata dal giro nigeriano, specializzato in prostituzione e droga, ovviamente con il permesso della ‘ndrangheta che nella capitale ha il suo giro d’affari. A raccontarla, pertanto, ecco arrivare il libro di Gino Saladini e Christian Lucidi, il primo medico legale e criminologo, oltre che già autore di un paio di thriller, il secondo, uomo di cinema. S’intitola “Roma Giungla” ed è edito da Marsilio.

Si parla di Roma nel titolo, ma in realtà gran parte della storia si svolge a Civitavecchia, lungo la costa e alle spalle della cittadina. Civitavecchia è fondamentale nei traffici criminali della capitale perché ha il porto che ormai è diventato uno tra i più importanti del Mediterraneo e, pertanto, punto d’arrivo di merci e persone che vanno ad alimentarli. Anche in questo caso l’intreccio tra criminalità, mondo degli affari e politica è un tratto distintivo, come in altri romanzi del genere, ed è proprio nel corso di una festa a bordo di una lussuosa nave da crociera ormeggiata al porto che prende avvio il romanzo in occasione della quarta edizione del Festival internazionale d’arte africana, il cui esponente maggiore è uno scultore, Henry Boezie, famoso esponente dell’arte africana le cui opere piuttosto cerebrali risultano essere richiestissime sul mercato e che si rivelerà essere anche una figura non secondaria della criminalità nigeriana a Roma.

E’ lui il padrino del Festival e grazie alla sua fama è riuscito a riunire per l’occasione, oltre al sindaco di Civitavecchia e al presidente dell’Autorithy portuale e quello della Fondazione Provvidenza che finanzia il festival, anche il ministro della Cultura, che non mancherà di salire sul palco per tenere il suo discorsetto di circostanza, prima che piatti prelibati e coppe di champagne vengano dispensati da bellissime hostess, pronte ad andare a letto, nel caso fosse richiesto, con le persone che contano. Tra i presenti anche Alaba, una ex prostituta ormai sistematasi al fianco di Henry Boezie, cartomante, esperta divinatrice, dalle cui magie l’artista si crede protetto, tanto dall’osare sempre di più. D’altra parte in quel mondo l’aspetto magico, i riti legati a culti esoterici e quant’altro sono molto diffusi, e servono soprattutto per tenere buone le povere donne nigeriane che hanno la sfortuna di incappare nel giro della prostituzione, magari dopo che le loro famiglie hanno fatto debiti, convinte come sono state di mandarle verso una vita migliore in Europa.

Ma alla festa non mancano neppure i poliziotti, uomini e donne. Tra i primi c’è Sandro Sparta, ex commissario a Civitavecchia, poi utilizzato in imprese internazionali di polizia, l’ultima delle quali lo ha visto soccombere di fronte a un attacco cardiaco, curato il quale si è ritrovato in servizio in questa nuova missione della quale sarà il protagonista: mettere le mani su un gigantesco traffico di droga, il cui maggiore carico arriverà a Civitavecchia proprio la sera stessa di inaugurazione del festival dell’arte africana. Tra i poliziotti c’è anche una donna dei servizi, Anna Colussi, che non trascura di fare sesso con quanti le suscitano voglie e tirarsi su il morale con qualche striscia di coca. In passato ha avuto una relazione piuttosto seria con Sandro Sparta e qualcosa di quella serietà è rimasto nel loro rapporto ora che si ritrovano a lavorare di nuovo insieme, in qualche modo. Oltre a loro due c’è anche il capo della security portuale Marco De Magistris, con il quale Anna Colussi è pure andata a letto, anche se lui ha una preferenza per i maschi. Non solo giovani. Perché, per caso si trova a incontrare in un autogrill dell’autostrada Roma-Civitavecchia un misterioso uomo anziano dal quale si sente subito attratto, per poi scoprire che si tratta niente di meno che di Filippo ‘u bellu, un boss della ‘ndrangheta interessato a conquistare il traffico di prostituzione e droga a Roma per meglio dominare chi per un certo tempo aveva cercato di sottrargli il potere. Così accade che il carico previsto per l’inaugurazione del festival, che la polizia avrebbe dovuto fermare, prenda tutta un’altra strada, dando vita a una serie di omicidi, ricatti, tradimenti che vedranno coinvolti tutti gli attori, alcuni dei quali dediti al doppiogioco, da rendere sempre più ardente l’atmosfera che si respira, con non poche scene di sesso che, in questo caso, più volte si sposa alla morte.

Scritto in stile cinematografico, a grande ritmo e velocità, dialoghi fulminanti, linguaggio immediato e privo di qualsiasi ipocrisia verbale, “Roma giungla” è il tipico prodotto di consumo per il quale non avere remore di abbandonare al suo destino una volta giunti alla parola fine.