Ho scoperto Ivy Compton Burnett attraverso una recensione che mi aveva incuriosito. Non mi sono pentita, anzi lo raccomando a chi goda del piacere della lettura che non prevede un ritmo serrato, un avvicendarsi incessante e adrenalinico di avvenimenti, sequenze cinematografiche, tanto apprezzate da più voci della letteratura contemporanea.

In Più uomini che donne troverà un'ambientazione e una narrazione quasi teatrale, ottenuta esclusivamente con l'uso continuo dell'arte della conversazione. Siamo all'interno di una casa borghese dell'epoca vittoriana, in una cittadina inglese mai definita.

I personaggi interagiscono fra loro unicamente attraverso il dialogo e, atraverso un eloquio cortesissimo e molto formale, talvolta al limite dell'affettazione, lasciano affiorare tutto di sé, le loro vite, il loro carattere e visione dle mondo, svelano gli intrighi in atto, i segreti più o meno confessabili, spesso nascosti per una vita intera. Il tutto condito con un senso dello humor prettamente britannico.

I segreti vengono svelati uno ad uno, passando di bocca in bocca fino a chiudere il cerchio con il diretto interessato, alterando antichi equilibri e scompligliando i progetti di una vita intera.

Quello che a mio avviso rende attualissimo un romanzo pubblicato nel 1933 e, non dimentichiamolo, scritto da una donna, sono i temi trattati: il rifiuto della maternità, la divisione fra le classi sociali, l'omosessualità palese e accettata in quel milieu borghese, il ruolo della donna nel mondo del lavoro, il valore del lavoro in sé, sia per gli uomini che per le donne, l'importanza dell'educazione in genere e di quella femminile in particolare.

Josephine Napier è la direttrice di una scuola privata femminile ben avviata, di cui va molto fiera. Jonathan, suo fratello, vive da oltre venti anni una relazione omosessuale con Felix Bacon, figlio di un nobiluomo di campagna, più giovane di lui. Jonathan ha anche un figlio, Gabriel, e si professa vedovo. Gabriel appena nato fu affidato a Josephine che lo ha adottato e lo considera come un figlio naturale. Il marito di Josephine, Simon, insegnante nella scuola, è una figura che rimane nell'ombra dall'inizio alla fine, sempre un passo indietro rispetto alla moglie. Figure importanti, soprattutto come gruppo, le insegnanti della scuola, ben caratterizzate attraverso il dialogo. Nel gruppo spicca per forza di carattere un'italiana, Maria Rosetti, che avrà un ruolo importante nell'ultima parte del romanzo. Successivamente si presentano in scena altri due personaggi: Elisabeth, amica di gioventù di Josephine, che è in cattive acque e cerca una casa e un lavoro per sé e per la figlia Ruth. Elisabeth sarà assunta come governante e Ruth come insegnante.

Da quel momento in poi gli avvenimenti precipiteranno, alcuni personaggi usciranno di scena e le vite degli altri, dopo una serie di scosse telluriche che coinvolgeranno tutta la piccola comunità di insegnanti e i membri della famiglia, si riassesteranno cercando nuovi equilibri.

Per meglio esporre alcuni temi, ancora oggi attuali, ho selezionato frammenti di dialoghi.

Felix Bacon, insegnante di disegno, parla con il padre di un'allieva. p. 104

"Perché avete scelto d'insegnare alle ragazze, anziché ai ragazzi?"

"Me lo domandano tutti. C'è da stupirsi che le ragazze ancora studino. So che la gente non ha mai creduto all'importanza dell' istruzione superiore per le donne: ma a mio giudizio, non crede all'istruzione in genere. Mi chiedo perché mandino le figlie a scuola. Voi avrete le vostre ragioni, immagino".

Josephine e lo stesso padre dell'allieva:

…"Strano mestiere insegnare alle ragazze, per uno come lui".

"Se lo trovassi strano non l'avrei mai fatto. Su questo devo dissentire da voi".

"No, no, certo. Intendevo per un uomo".

"Bè, devo dissentire anche su questo, o non avrei alcun uomo nel mio corpo insegnanti".p. 105

Sull'educazione delle ragazze, ancora Felix.

"Sono scandalizzato dall'atteggiamento che hanno i genitori nei confronti delle loro figlie femmine", disse Felix. "Si stupiscono sempre, quando la loro educazione viene presa sul serio. È una fortuna che l'affidino ad altri, dimostrando un minimo d'istinto genitoriale. Ma sembrano dimenticare che la nostra razza, un giorno, le avrà per madri."

"Bè, ma un eccesso d'istruzione potrebbe anche non condurre alla maternità", disse il padre, distogliendo un poco gli occhi dalle insegnanti, come se alludesse ad altro, per poi affrettarsi a concludere: "Comunque l'istruzione delle nostre figlie, ormai, ci costa quanto quella dei loro fratelli".p, 111

Helen, l'insegnate più giovane del gruppo, commenta una frase di Felix sulla differenza fra uomini e donne:

"Sostiene che non è ancora stato dimostrato che le donne siano inferiori agli uomini. Più femministi di così, non si può essere".p. 108

Josephine parla con le insegnanti sulla funzione del matrimonio.

"Ebbene", disse Josephine, "sappiate che non v'è alcun conflitto tra il lavoro e il matrimonio. Perché se ve ne fosse, il matrimonio non sarebbe quello che è: un altro modo di rendersi utili".p. 96