La Rizzoli porta in libreria una nuova avventura di Jason Bourne firmata Robert Ludlum (in realtà Eric Van Lustbader): Bourne Affair (The Bourne Initiative, 2017).

La trama:

Boris Karpov, l’ex generale della temuta FSB russa, è stato ucciso. Eppure, anche dalla tomba, continua a tessere le sue trame. Infatti, oltre a una moltitudine di piani segreti, l’amico di Jason Bourne si è lasciato alle spalle un’eredità tanto misteriosa quanto temibile: frammenti di un virus informatico che consentirebbe di sottrarre agli Stati Uniti i codici di lancio delle testate nucleari. Ma chi tira le fila del complotto, ora che Karpov è morto?

Nessuno si fida di nessuno, neppure di Jason che, venuto a conoscenza di quelle macchinazioni, diventa il sospettato numero uno dell’NSA. Da un’isoletta del Mediterraneo dove si è ritirato, Bourne è così costretto a muoversi in fretta se vuole evitare l’apocalisse. Braccato a ogni angolo e affiancato solo da una vecchia conoscenza – l’affascinante e pericolosa Mala, salvata anni prima dalle mani di un folle – Bourne dovrà scendere a patti con il sadico stregone somalo Keyre, trafficante d’armi, di uomini e di segreti.

Tra politici corrotti e lotte di potere, agenti doppiogiochisti e oscuri personaggi legati alla mafia russa, un’adrenalinica corsa contro il tempo nella quale esiste una sola regola: non credere a niente e a nessuno.

L'incipit:

C’è qualcosa, in un uomo inginocchiato, che mi tocca nel profondo, pensò Keyre. Lo stregone somalo – uno yibir la cui stirpe risaliva ai giorni di Agiuran, prima di tutti i successivi sultanati falliti – si trovava sui ciottoli ad appena quattro metri dal dolce brontolio dell’oceano Indiano. Respirò l’aria salmastra, le fragranze familiari del deserto alle sue spalle, l’odore dei mattoni cotti al sole proveniente dalle case distrutte dai bazooka. Profumi puri, sovrastati dal fetore di sudore umano, escrementi e terrore.

Ah, ma il terrore era ciò di cui Keyre si nutriva, agognandolo come il latte materno fin da quando, a soli otto anni, aveva compiuto il suo primo omicidio. Assaporare il gusto ancora sconosciuto del sangue era un’esperienza intensa, anche se non la considerava importante quanto i suoi compatrioti. D’altra parte loro non erano yibir, non vivevano immersi nell’oscurità stigia dell’antica stregoneria della sua famiglia. Le loro narici si dilatavano allo sgorgare del sangue fresco, ma per Keyre quello era solo un elemento aggiuntivo, necessario quanto sparare a un uomo inginocchiato che sventoli bandiera bianca.

È proprio la bandiera bianca il punto, capisci? Puzza di paura. Voglio respirarne l’odore, godermi quel profumo prima di darle fuoco.

Ora, sulla costa della Somalia dove andava in scena il suo particolare regno del terrore, tra un deserto di distruzione e l’oceano, era immerso nel fetore della morte.

Davanti a lui c’erano tredici uomini inginocchiati, la schiena piegata e la testa bassa. Alcuni fissavano in silenzio i ciottoli che affondavano come rasoi nella loro carne. Altri gemevano mostrando tutta la propria paura. Due avevano le guance rigate di lacrime. Nessuno mormorava una preghiera; un’ulteriore conferma, se mai fosse servita, di ciò che Keyre sapeva già.

Era un uomo alto, magro quanto uno scheletro, tutto muscoli e ossa; il volto allungato, triangolare, mostrava un’espressione cupa. Era atletico come un nuotatore e aggraziato come un ballerino, straordinariamente bello e dotato di un carisma fuori dal comune. Nella vita si era dedicato a parecchie cose, compreso il perfezionare un sorriso luminoso in grado d’ingannare chiunque.

Tredici uomini inginocchiati, a testa bassa, i polsi legati dietro la schiena. E, nella mano sinistra di Keyre, un grosso Mauser tedesco della Seconda guerra mondiale riportato all’antico splendore. Si chiese a chi fosse appartenuto. A un membro della Gestapo? O magari dell’Abwehr, il servizio tedesco d’intelligence militare, loro nemico mortale… In fondo non importava: adesso era suo, carico e pronto a sparare.

Gli autori:

Robert Ludlum, nato a New York nel 1927, è scomparso nel 2001. Dopo una carriera di successo come attore, regista e produttore, dalla fine degli anni Sessanta si è dedicato esclusivamente alla scrittura, diventando maestro indiscusso del romanzo di spionaggio. I suoi libri, tra i quali le serie di Jason Bourne e Covert-One, hanno venduto 200 milioni di copie in tutto il mondo e sono disponibili nel catalogo BUR.

Eric Van Lustbader è nato a New York nel 1946. Prima di dedicarsi completamente alla scrittura, è stato insegnante nelle scuole primarie. A oggi può contare oltre venticinque romanzi bestseller, tradotti in più di venti lingue e diventati un successo in tutto il mondo.

Info

Bourne Affair di Robert Ludlum, in realtà Eric Van Lustbader (Rizzoli), 434 pagine, euro 20,00 – ISBN 9788817101981 – Traduzione di Andrea Russo