Il nome di Antonio Bellomi viene associato principalmente a grandi collane editoriali da lui curate e da un gran numero di romanzi e racconti che portano la sua firma, ma il suo impegno nell’editoria italiana non si ferma qui ed è stato anche un traduttore inter-genere.

L’abbiamo incontrato per parlarne.

I fan della fantascienza (ma non solo) ti conoscono bene sia come autore che come curatore, ma sei anche un traduttore di lunga data: lo sei diventato per scelta o ti ci seri trovato in mezzo?

Mi ci sono trovato in mezzo, mi sono pagato l’università traducendo e poi alla fine ho scoperto di avere un mestiere in mano

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