K I guardiani della storia è proprio la tua prima opera? C’è altro pubblicato magari sotto pseudonimo?

K I Guardiani della Storia è il mio esordio nel mondo del thriller. Era da tempo che pensavo di scrivere un romanzo ad alta tensione.

       

Nel risvolto della sovracoperta c’è una sintetica biografia, cerchiamo di sapere qualcosa in più, per esempio da ragazza ti piaceva leggere? Cosa? Dove ti sei laureata? e il tuo lavoro nel marketing ti portava a viaggiare all’estero. Da quanto è scritto sembra che hai lasciato il lavoro per dedicarti a scrivere. Le due cose fatte insieme erano incompatibili?

Seguo l’ordine delle tue domande.

Mia madre mi ha trasmesso l’amore per la lettura. Leggo da sempre e di tutto. Ho iniziato con i classici italiani, e sono stata una fan di D’Annunzio, per poi allargare gli orizzonti alla narrativa straniera. Mi sono imbattuta in Tolstoj e ho apprezzato Céline nel suo Viaggio al termine della notte ma anche Marguerite Yourcenar con Le memorie di Adriano e il genio creativo di Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray. Poi sono approdata ai thriller del periodo della guerra fredda e dello spionaggio, da Ken Follett, a Ludlum, a Forsyth. Ho seguito con interesse Oriana Fallaci. Mi sono innamorata del fantasy grazie a Tolkien e ho scoperto una nuova fantascienza con Crichton. Ho sempre avuto una grande passione per le antiche civiltà e per i misteri non ancora svelati, ho divorato tutti gli scritti di Zecharia Sitchin e continuo a interrogarmi studiando le teorie di Graham Hancock. Quando sono malinconica leggo Hosseini e se ho bisogno di svagarmi sfoglio i romanzi di Lauren Weisberger e Sophie Kinsella. 

Mi sono laureata in Economia e Commercio all’Università Commerciale Luigi Bocconi.

Lavoro nell’editoria da quasi vent’anni, prima come direttore generale Italia della divisione collezionabili di DeAgostini e ora per Eaglemoss, uno dei più importanti gruppi internazionali nel settore dei partworks and collectibles. Non ho mai pensato di dedicarmi a tempo pieno alla scrittura: amo scrivere e adoro il mio lavoro. Sono due passioni che continueranno a convivere e a nutrire la mia inesauribile voglia di “creare”.

          

Attualmente dove vivi? Come trascorri la giornata? quali sono i tuoi hobby, autori preferiti, film?

Vivo in un piccolo paesino del biellese, ma sono a casa solo nel weekend perché per lavoro viaggio molto, soprattutto a Londra.

Adoro gli animali, sono un’animalista sfegatata e tra i miei progetti c’è quello di aprire un canile.

Sono molto legata alla montagna, d’inverno pratico pattinaggio artistico su ghiaccio e d’estate scalo le vette.

Così come per i libri, sono onnivora anche di film e di serie TV, tra le mie preferite: Lost, NCIS, Touch, Homeland, e l’imperdibile Grey’s Anatomy. Sto aspettando con ansia anche la prossima stagione del Trono di Spade.

       

Quando hai scoperto la voglia di scrivere? A quanti anni hai iniziato a mettere su carta le tue “fantasie”?

Ho sempre scritto. Da piccola riempivo pagine e pagine di diari, romanzavo le mie giornate e inventavo favole. All’università ho scritto una serie di articoli di marketing e ho collaborato con i professori per la stesura di libri di economia. Per il mio lavoro in campo editoriale continuo a creare mondi fantastici e a scrivere sceneggiature. Non ricordo un solo momento della mia vita senza carta e penna o un computer dove appuntare le mie “fantasie”...

     

Hai lavorato per grandi multinazionali, non ti chiediamo i nomi ma in quali settori operavano? Editoria, alimentari, servizi oppure....?

Le prime esperienze le ho fatte in grandi multinazionali nel campo dell’innovazione per l’industria e del giocattolo. Poi sono entrata nel mondo dell’editoria e lì si è accesa la scintilla.

         

Dove scrivi, in che tempi e cosa ti circonda quando lavori a un libro? Hai abitudini particolari?

Scrivo di notte, dalle 11 alle 3 di mattina, nel silenzio più assoluto, quando il cellulare non squilla e le mail smettono di intasare la casella di posta. L’idea di creare quando il resto del mondo dorme mi dà grande energia.

Scrivo affondata nel divano, con Tremilla (la mia cagnolina) raggomitolata sulle gambe.

         

Per che tipo di lettore scrivi?

Per il lettore che ha voglia di farsi coinvolgere e che cerca un’esperienza nelle pagine di un libro. Anche se i miei romanzi sono pura fiction, parlano di vita vera, i personaggi sono figure in cui ognuno di noi si può identificare o in cui ognuno di noi può trovare aspetti di chi ha intorno, trasmettono valori, emozioni... e io scrivo per tutti coloro che sono pronti a immergersi nella trama e a viverla accanto ai protagonisti, amando, soffrendo, lottando insieme a loro.

    

Quali difficoltà hai incontrato e/o quale iter c’è stato per far pubblicare il tuo romanzo?

La difficoltà più grossa è trovare l’interlocutore giusto, per evitare di vedere il tuo romanzo finire in qualche cassetto o, ancor peggio, riempirsi di polvere sulla scrivania sbagliata.

Una volta trovato l’editor interessato, l’iter è semplice: devi sperare che il romanzo piaccia e che tocchi le corde giuste.

       

Dove o da chi, hai eventualmente tratto la figura di Katherine Sinclaire?

L’idea del libro è nata dalla volontà di creare un personaggio femminile in grado di lasciare il segno, di trasferire emozioni forti, di passare messaggi non convenzionali...

Katherine Sinclaire è una donna determinata, che si fa guidare dalla passione.

Ma non è un’eroina, è una donna vera. Che sbaglia, che soffre, che piange, che urla, che cade e che si rialza. Non molla mai e se crede in una cosa va avanti finché non la vede concretizzata. E per questo è una figura aspirazionale. Una donna che riesce dare qualità a ogni suo difetto.

       

Sulla civiltà degli Etruschi hai fatto studi particolari?

Sì, ho approfondito molto. Credo di aver letto tutto quanto disponibile sul tema. E mi sono fatta aiutare da uno dei più grandi esperti di etruscologia. Mi è servito per creare l’ossatura dell’intrigo esoterico-archeologico: la trama parte da quanto è conosciuto e si snoda tra le pieghe dell’ignoto.

           

A quando una prossima avventura di Katherine? Sarà un’avventura con riflessi nel passato o tutto si svolgerà nel presente?

Non avevo ancora finito il primo romanzo che già iniziavo a scrivere il secondo. Il passato sarà sempre un elemento dominante della trama e Katherine questa volta dovrà fronteggiare il mistero da cui tutto ha avuto inizio e dove tutto può finire.

          

Grazie per la pazienza nel risponderci e grazie per il bel romanzo che ci hai fatto leggere.

Grazie a voi.