Dei cinque film (di cui due televisivi realizzati molto dopo, di cui parleremo più avanti) dedicati all’antieroe inventato da Len Deighton e interpretati da Michael Caine, questo Funerale a Berlino (Funeral in Berlin, 1966) è senz’altro il più riuscito. Sotto la salda direzione britannica di Guy Hamilton Caine è entrato ancor più nel personaggio e anche l’ambiente di contorno (dal capo Ross al resto della sua squadra operativa) appare meglio caratterizzato. Soprattutto ne esce un Harry Palmer con una sua storia personale, differente da qualsiasi altro jamesbondone. È forse proprio il passato da caporale dell’esercito costretto in seguito a una storia di traffici illeciti avvenuti a Berlino a entrare nel servizio segreto che si delinea meglio la figura di Palmer.

Sfrontato, amante della bella vita che si concede come può (chiede un prestito per comprarsi un’auto nuova, resta sempre un gourmand e non disdegna di scoparsi la segretaria del capo) Palmer rivela però le sue capacità di agente quando arriva sul campo.

             

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