Il nome di Matt Wagner è legato profondamente alla narrativa pulp a fumetti, avendo firmato storie di eroi di culto del genere (da Zorro a Green Hornet a Sandman), ed è da questo universo ammiccante alla narrativa di inizio Novecento che nasce questo numero zero di Grendel.

«Sono passati due anni dalla morte di mia madre e, quindi, da quando sono entrata in possesso dei diari personali che aveva a lungo occultato all’uomo che si fa chiamare Hunter Rose.» Un incipit che ha tutto il sapore dei weird tales degli anni Trenta pubblicati su riviste economiche, che spesso e volentieri iniziavano con il fortuito ritrovamento di un libro (o diario o resoconto).  «Da allora ho speso molto tempo e altrettante energie nel tentativo di saperne di più del genio oscuro che emerge da quelle pagine». Wagner fa subito capire che sta presentando una storia dal forte sapore pulp.

Tutto il graphic novel Il diavolo nelle azioni - presentato in un pregiato volume dalla Panini Comics - è una fusione costante: non solo fra noir e fantastico (i due generi prediletti del pulp) ma anche fra romanzo e fumetto. Non ci troviamo infatti di fronte alla classica suddivisione degli eventi in riquadri precisi, conditi da balloon con le frasi dei personaggi: tutto il volume è un unico racconto di ciò che si evince dai diari in questione, scritto proprio come un racconto breve. Le parti testuali sono inserite in rappresentazioni visive che sono più simili a quadri astratti che a quello che convenzionalmente viene chiamato “fumetto”. È l’immagine mentale del disegnatore - Wagner stesso, in questo caso - che si forma leggendo il testo e che egli ritrae senza filtri: non sono fumetti che descrivono un’azione, ma sono la rappresentazione del pensiero stesso di quell’azione.

       

Grendel è un eroe-scrittore che vive incredibili avventure: stabilire se queste siano reali o frutto della sua fantasia è pressoché impossibile. «I suoi intensi, e oggi tristemente celebri, best seller divennero immediatamente dei classici, e in men che non si dica il misterioso ed elegante Hunter Rose ottenne la stima e l’ammirazione dell’intellighenzia letteraria». La sua scrittura è un’arma con cui Grendel vuole affascinare le menti dei lettori, facendo nascere in loro l’immagine di grandi imprese... senza che queste siano necessariamente avvenute nella realtà!

Dobbiamo quindi credere che a soli diciassette anni Grendel sia già ai vertici del crimine organizzato di New York? Che riesca, così giovane, ad adottare una ragazza? Quanto c’è di vero in un insieme di immagini surreali che raccontano di un esperto di controllo del pensiero attraverso immagini surreali?

Questo è dunque il gioco di Grendel: spingere il lettore ad ingannare se stesso, a rigirargli i pensieri contro di lui.

       

«L’esistenza di Grendel è deplorevole. Ha bruciato con un’intensità rara».

Così Wagner si congeda da questo volume che dà vita, in quel lontano 1982, ad un particolarissimo personaggio: scrittore di giorno (come Hunter Rose), criminale mascherato di notte (Grendel). Con una narrazione psichedelica e sottilmente inquietante, il personaggio cambierà casa di produzione - approdando presto alla sempre attenta Dark Horse - e conoscerà una sua evoluzione. Ma per ora rimane il “genio oscuro” che gioca con la mente dei suoi lettori.