La morte può attendere (Die Another Day, 2002), il film del quarantennale e anche l’ultimo dell’Era Brosnan. Esce dopo l’11 settembre e il mondo dello spionaggio narrativo cambia ancora una volta. Non più lotta trai blocchi e Guerra Fredda ma una nuova era di inganni, attacchi terroristici e nazioni canaglia. Ma per la ricorrenza i fan esigono anche uno spettacolo sontuoso in nome di quei fasti che hanno fatto grande la serie. Per cui la sceneggiatura risulta un continuo trivia di rimandi e immagini allusive ai romanzi, ai film precedenti a tutta la mitologia bondiana sposato a una carica innovativa.

A volte il gioco riesce (bella l’immagine del poster delle sigarette del marinaio che allude a uno scambio di battute del romanzo Thunderball) a volte meno. Di fatto è un film spettacolare, glamour ma anche moderatamente innovativo.

          

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