Fuori Rikers Island infuria l’uragano. E dentro? Il nervosismo è palpabile, i detenuti sono agitati e ripetono un unico bisbiglio: «È tornato!»

«L’uragano sta arrivando: e mi piace così»: con queste parole Steve Grant presenta al mondo il ritorno del Punitore, dopo quasi tre anni di silenzio nell’universo Marvel. Avevamo lasciato il personaggio quasi impazzito, in quell’ottobre 1983, ad andarsene mesto e con gli occhi spiritati verso la galera: nel gennaio 1986 scopriamo che quella non era la fine, ma un nuovo inizio.

Nel frattempo, infatti, l’apprezzamento del pubblico per storie di violenza e giustizia sommaria non accenna ad esaurirsi. Il prolifico scrittore di fantascienza John Shirley si cala nei panni dell’action writer John Cutter e fra il 1984 e l’85 firma con questo pseudonimo undici avventure di Jack Sullivan, Lo Specialista. Formato nelle jungle del Vietnam, Sullivan diventa prima mercenario poi decide di mettere le proprie doti di giustiziere al servizio dei deboli e degli indifesi: la voglia di “punizione” del pubblico merita di essere saziata con il ritorno del Punitore!

(Chi dubiti del peso che Lo Specialista abbia avuto sul buon Castle, confronti le copertine del quarto libro di Sullivan con il quarto fumetto del ciclo del Punitore di cui stiamo parlando!)

Dopo aver vissuto saltando da una collana di Spider-Man all’altra, passando per Daredevil, finalmente il successo riscosso premia il personaggio: dal citato gennaio 1986 è protagonista di una collana tutta sua, The Punisher. Sono solo cinque numeri, ma che faranno storia. (E che in Italia arriveranno in ritardo nell’agosto 1989, raccolti un numero speciale dal titolo Circolo di sangue.)

            

Come abbiamo visto l’ultima volta, dal Dossier Punitore presentato in occasione del suo ultimo processo non si sa molto, solo che è stato un soldato esperto e che, vistosi morire la famiglia, ha disertato per diventare un giustiziere solitario. Sono informazioni troppo scarne per un titolare di collana, così Steve Grant decide di arricchirle... diventando il vero padre del Punitore!

«Frank Castle, nato a Queens, da Mario e Luisa Castiglione. I genitori cambiarono nome quando aveva sei anni. Capitano in Marina ha militato per cinque anni in Vietnam. Decorato otto volte». Come si può notare, a parte piccole aggiunte - che è stato in Marina ed è stato decorato otto volte, invece delle sei del dossier precedente - la notizia più sensazionale è quella del nome: per la prima volta dal 1974 sappiamo che il Punitore si chiama Frank Castle!

«Torna a casa. Porta moglie e figli a fare un pic-nic. Vengono tutti uccisi in una sparatoria. Solo Castle sopravvive. Scompare per alcuni mesi. Si rifà vivo come il Punitore, alla caccia dei criminali. Da allora solo armi e sangue. Secondo lui stiamo combattendo una guerra». E la diserzione? Non se ne parlerà mai più.

Un’altra trovata della precedente storia di Bil Mantlo viene sbrigativamente cancellata. L’ultima volta che abbiamo visto Frank era praticamente impazzito: come mai ora appare tranquillo? (Per quanto possa essere tranquillo chi uccide gente ogni giorno!) Semplice: era stato drogato da qualcuno! (Ma da chi?) Con questo espediente da soap opera Steve Grant riporta in pista il Punitore e gli regala una storia in cinque numeri che gli farà guadagnare una successiva collana più longeva.

                 

Rikers Island, l’abbiamo visto, è la terza prigione che ospita il nostro Frank, e ciò che accade è ormai quasi scontato: i detenuti che provano a sottomettere Castle finiscono molto male, i duri diventano gattini e la permanenza in cella per il nostro eroe promette di essere brevissima.

Incontriamo un vecchio amico-nemico: Billy Russo detto Jigsaw (Mosaico, in italiano), personaggio che Len Wein aveva fatto scontrare con il Punitore nel lontano 1976 (in Italia, Nella morsa del crimine, L’Uomo Ragno n. 216, agosto 1978). Questi ha nella storia un peso rilevante, da vero “big boss”, ed è destinato ad essere maltrattato ancora in futuro dal buon Frank.

Liberato per portare giustizia (ma soprattutto punizione!) nel mondo, quello che ora sappiamo chiamarsi Frank Castle è pronto a guadagnarsi la sua fetta di Olimpo fumettistico... ma soprattutto a seminare bossoli fumanti!