Giunto alla sua undicesima edizione, Stranimondi è una fiera dell’editoria fantastica, weird, horror e fantascientifica, dove oltre a poter acquistare libri si ha anche la possibilità di assistere a presentazioni di libri e a dibattiti specifici su alcune tematiche o correnti della speculative fiction contemporanea.
Fra i panels di quest’anno, segnaliamo la conversazione moderata da Giuliana Misserville incentrata sul numero 173 della rivista Leggendaria, tutto dedicato alle autrici sudamericane contemporanee, che hanno trovato negli ultimi anni un grande successo di pubblico, approdando anche in Italia in molti casi grazie al notevole lavoro di scoperta e traduzione di piccole case editrici indipendenti. Solo per citare alcuni esempi, i libri di Mónica Ojeda, autrice horror ecuadoriana, vengono pubblicati da Polidoro Editore (https://www.alessandropolidoroeditore.it/ editore presente anche alla fiera), così quelli della messicana Guadalupe Nettel sono per lo più editi da La nuova frontiera, o quelli della boliviana Liliana Colanzi e dell’ecuadoriana María Fernanda Ampuero sono pubblicati da Granvia (https://www.gran-via.it/), e ancora l’argentina Augustina Bazterrica viene pubblicata da Eris Edizioni (https://www.erisedizioni.org/, anche loro presenti alla fiera). Segno che molte case editrici indipendenti preferiscono dare spazio a chi osserva il mondo da un punto di vista eccentrico e periferico, rispetto al centro del potere di matrice anglosassone o comunque di lingua inglese. Il perché Stranimondi fosse la cornice ideale per presentare questo numero della rivista Leggendaria è nella predilezione per il fantastico in tutte le sue forme che tali autrici, benché diversissime fra loro per provenienza geografica, sostrato culturale, tematiche e stili, dimostrano di sentire come modalità a loro più congeniale per analizzare il reale. In particolare, ci spiega Misserville, molte di queste scrittrici scelgono coscientemente di usare la scrittura come strumento per smascherare la società patriarcale nelle sue varie forme di assoggettamento nei confronti delle donne, attraverso forme di violenza a volte esplicite, a volte più striscianti.

Presenti all’incontro con Misserville c’erano Alan Thomas Bassi, Angela Bernardoni e Sacha Rosel, che rispettivamente hanno parlato di Silvia Moreno-Garcia, Augustina Bazterrica e Guadalupe Nettel. Con Gótico (Mexican Gothic, Mondadori, 2021), Moreno-Garcia riprende gli stilemi e le atmosfere tipiche del romanzo gotico inglese. Non a caso, il villain Howard Doyle è inglese, e la villa in cui la protagonista si ritroverà suo malgrado “imprigionata” ha un nome inglese, High Place. Oltre a essere una forma di omaggio alle grandi autrici e ai grandi autori del genere come Anne Radcliffe e Matthew Lewis, questa scelta funge da spia di una colonizzazione inconscia, con cui ogni autrice non anglosassone che si identifica con il margine e la periferia si ritrova a dover fare i conti, per negoziare un proprio spazio rispetto al centro che per lingua e per impostazione ideologica è inglese per definizione. Nella sua analisi della violenza coercitiva con cui il sistema patriarcale soggioga le donne all’interno del romanzo, Bassi constata come questa colonizzazione inconscia renda la ribellione al sistema quasi impossibile, per via di un addomesticamento culturale indotto e secolare, che spinge le donne a rinunciare a cercare l’altrove e a rivoluzionare l’esistente. “Sei nostra, che ti piaccia o no. Sei nostra e sei noi” recita una delle frasi più sanguinose del romanzo, attraverso la quale Moreno-Garcia mette a nudo tutte le difficoltà dell’essere in quanto donna e non proprietà di qualcuno.

Il possesso, in questo caso connesso alla reificazione del corpo femminile, ridotto letteralmente a merce e a carne da macello, è tematica centrale nel romanzo Cadáver exquisito (Cadavere squisito, Eris, 2024) di Augustina Bazterrica. In questa opera distopica-fantascientifica, ci spiega Bernardoni, l’autrice immagina un futuro in cui un virus rende la carne animale mortale per chiunque voglia assaggiarla. Visto però che nessuno ha intenzione di rinunciare al consumo della carne, tantomeno i suoi produttori, il sistema opta per un sostituto inaspettato: non il vegetale o il sintetico, bensì la carne umana, denominata “carne speciale”. L’appellativo di “speciale” rimanda in realtà a una spersonalizzazione totale degli individui che vengono scelti come cibo: una volta individuati quale “carne”, vengono privati delle corde vocali, strumento essenziale per esprimere il proprio dissenso oltre ché i propri desideri, e allevati per la macellazione. Molti dei “capi di bestiame” sono donne, a tutti gli effetti private di un’identità e rese delle schiave perfette, destinate all’uso e consumo totale e totalizzante, che le cancella in maniera assoluta, non lasciando alcuna traccia del loro passaggio sul pianeta, spolpate fin nelle ossa dalla voracità dei consumatori. Interessante il sottotitolo dell’edizione originale del romanzo, Mapa de las lenguas (mappa delle lingue): l’uso del linguaggio e la sua negazione, dice Bernardoni, sono infatti elemento cardine del libro, che descrive come una situazione aberrante venga normalizzata proprio attraverso l’uso distorto della parola. Essa trasforma il cannibalismo in consuetudine e rende dunque l’equazione cannibalismo-capitalismo evidente e paurosamente inevitabile.
Il divenire-animale è anche tema ricorrente nei racconti di Guadalupe Nettel, dove la/il protagonista, spesso anonima/o, trova in una sembianza esterna una sorta di correlativo oggettivo della propria infermità fisica, regalando a chi osserva una visione distorta e opaca di un reale che rimane fino in fondo inconoscibile. Ne El matrimonio de loro peces rojos (Bestiario sentimentale, La nuova frontiera, 2018), il rapporto-simbiosi con l’animale diventa, ci spiega Rosel, un modo per articolare la propria incomunicabilità con il mondo esterno, ad esempio nel racconto omonimo che apre la raccolta. Qui, la protagonista vede il parallelo sgretolarsi del rapporto fra due pesci rossi siamesi combattenti e quello fra lei e il suo partner. Entrambe le coppie appaiono bloccate dentro un aquario, reale o metaforico, che ne rende la sopravvivenza reciproca impossibile perché, afferma la relatrice citando, la convivenza fra due esemplari di sesso opposto “non è nella loro natura” e conduce al disastro. In altri casi, la protagonista si scopre ospite di una presenza parassitaria, da cui viene completamente invasa: una micosi ai genitali, simbolo visivo e visibile della passione incendiaria della donna per il suo amante, finisce per trasformare la donna stessa in un corpo parassitato, che vive unicamente per la passione da cui si è lasciata conquistare. Questo svuotamento dell’essere serve alla narratrice per segnalare come il sistema patriarcale avvinca le donne con forme di violenza non sempre esplicite, attraverso abusi e/o femminicidi, ma piuttosti attraverso archetipi culturali difficili da debellare come quello dell’ossessione per l’amore travolgente. Una violenza trasfigurata, per riprendere la definizione di Misserville nella copertina di Leggendaria, perché incarnata da presenze che non soggiogano apertamente né fungono “semplicemente” da specchio dell’io umano che le osserva, ma possono anche assumere il ruolo di virus che contagia l’io, sfuocandone i contorni e l’essenza in un velo paco che rende l’infermità non solo fisica, ma anche e soprattutto esistenziale.

Molti e interessanti anche gli altri incontri previsti, quali ad esempio la presentazione del saggio Fantascientiste Femministe, edito da Delos Digital, a cura di Laura Coci e Roberto Del Piano, con interventi di Angelica De Palo, Daniela Piegai, Nicoletta Vallorani, Elisa Franco, Silvia Tebaldi, Romina Braggion, Giuliana Misserville, Giovanna Repetto e Claudia Corso Marcucci, con Giulia Abbate come moderatrice. Stranimondi è anche il luogo dove si presentano premi letterari. Citiamo ad esempio un incontro sul Premio Urania, con Franco Forte, editor della collana di fantascienza da edicola per Mondadori e lo scrittore Franco Ricciardiello; e l’incontro suiPremi Odissea e Porco Rosso, con Silvio Sosio, editor di Delos Digital, Laura Coci e Roberto Del Piano. Per consultare il ricco programma, vi rimandiamo al sito di Stranimondi (https://stranimondi.it/programma).
Fra gli editori presenti, oltre agli ideatori della fiera, Delos Digital (https://delos.digital/), Zona42 (https://www.zona42.it/) e Edizioni Hypnos (https://edizionihypnos.com/), menzioniamo Elara (https://www.elaralibri.it/), che pubblica romanzi e racconti classici sia di fantascienza che fantastico, con ad esempio autori del calibro di Robert E. Howard, John Wyndham, Theodore Sturgeon e Tanith Lee; Moscabianca (https://moscabiancaedizioni.it/), che dà invece molto spazio alla narrativa italiana contemporanea sia weird che di fantascienza, con autrici come Laura Marinelli, Federica Leonardi e Veronica De Simone. C’erano inoltre D Editore (https://deditore.com/), che pubblica molta saggistica, con titoli che spaziano su diversi argomenti quali l’intelligenza artificiale, il femminismo e l’anarchia, come ad esempio Anarcoccultismo di Erica Legalisse; Lumien (https://www.lumien.it/), che oltre a promuovere la SFF italiana ha anche dei manuali dedicati ai due generi: Anatomia del fantasy di Gloria Bernareggi e Sephira Riva e Anatomia della Fantascienza di Angela Bernardoni e Andrea Viscusi. E ancora, Cliquot (https://www.cliquot.it/), che ha permesso al pubblico italiano di riscoprire Hope Mirrlees, il cui romanzo Lud nella nebbia venne a suo tempo pubblicato dalla Hogarth Press di Leonard e Virginia Woolf; Safarà (https://www.safaraeditore.com/), specializzato in narrativa straniera, che oltre a pubblicare tutte le opere di Alasdair Gray (fra le quali Povere Creature, reso celebre dall’omonimo film di Yorgos Lanthimos), ha all’attivo due raccolte di racconti del terrore di Amparo Dávila e tre romanzi gotici di Barbara Comyns.
Ci vediamo l’anno prossimo!
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