Paul A. Stevenson ha fatto una scoperta incredibile. «Aveva isolato e sequenziato il gene responsabile di un’inesorabile malattia africana, l’anemia azzurra: un enzima la cui assenza provocava l’insorgere del morbo. La scoperta avrebbe potuto aprire la strada a una nuova terapia», ma dopo un iniziale entusiasmo la comunità scientifica torna subito indifferente. Invece un emiro egiziano, la cui famiglia è martoriata da quel tipo di anemia, lo manda a chiamare e gli offre soldi e libertà d’azione purché riesca a trovare una cura: come rifiutare?

Inoltre c’è una motivazione non proprio limpida: le norme bioetiche egiziane non sono così restrittive come quelle statunitensi, e visto che lo scienziato ha in mente di curare l’anemia sfruttando le potenzialità del virus di ebola, giocando con il patrimonio genetico di un feto, è chiaro che ha bisogno di parecchia libertà d’azione. «Grazie ai suoi studi e alla manipolazione genica di cui era esperto, avrebbe donato un figlio naturale sano a una famiglia portatrice del morbo. Non solo, avrebbe debellato la malattia dalla famiglia. I discendenti di quel bambino non avrebbero più portato nel genoma la sequenza malata». Con un collega tedesco aveva già creato EV-531, un virus a scopi terapeutici da cui si aspettava grandi risultati.

Con la scusa che «l’etica rimaneva sempre un passo indietro rispetto alla scienza e gli scienziati erano spesso incompresi, per non dire perseguitati» Paul si sente autorizzato a giocare con il fuoco... anzi con i virus nella - comunque lodevole - ricerca di una cura quasi miracolosa.

 

Questo Codice genetico è un thriller davvero particolare. La sua autrice è una scienziata e divulgatrice italiana che ha scelto di nascondersi dietro lo pseudonimo di Adrienne B. White per raccontare una storia fin troppo scottante, che forse qualcuno giudicherà (a torto) fantascientifica ma che è molto più plausibile di quanto si pensi. (Lasciando ovviamente spazio a ottime dosi di fiction.)

Mantenendo l’impegno a presentare prodotti qualitativamente superiori a semplici romanzi d’azione o di spionaggio, Segretissimo si riconferma collana paladina di una letteratura d’intrattenimento che non abbia paura di tentare nuove strade e percorrere le impervie vie della buona narrazione.