A volte non sono il buio e l’oscurità a fare paura ed atterrire, perché in fondo il nero è il contrario del bianco e dei colori, ma è anch’esso un colore, ben definito e deciso. A volte a fare paura è il grigio e le sue mille sfumature, il grigio di un limbo esistenziale, il grigio di una pioggia continua e sofferente, il grigio di un uomo che non riesce a trovare il suo posto in una società distratta e che passa le sua giornate in un cimitero ad immaginare la vita degli uomini defunti. Lui è un trentenne precario e spaesato, che nella sua solitudine e nei volti del cimitero ha trovato un inaspettato rifugio, mentre i genitori spinti dalle ristrettezze di una pensione sempre più magra sono costretti ad affittare la loro camera da letto ad Alexandra una vitale e conturbante prostituta ungherese. Ma nella sua vita c’è posto per un’ulteriore e problematica figura, quella di Ivana ex-terrorista rossa che dopo 23 anni di carcere torna alla libertà con il ricordo del suo amore morto anni prima e con la consapevolezza di trovarsi in una realtà che non le appartiene più e che forse, in fondo, non le è mai appartenuta.

Questi sono i complessi, problematici e meravigliosi personaggi di Piove anche a Roma, l’ultimo romanzo di Sergio Pent, pubblicato da Aliberti editore.

Proprio nei personaggi il romanzo di Pent trae la sua forza, in queste tre figure spaesate e complesse, in queste tre isole di solitudine che, pagina dopo pagina, sembrano ora avvicinarsi ora allontanarsi fra i flutti di un esistenza sempre in bilico fra un passato e un presente ingombranti e un futuro che si nasconde ai loro occhi, come se non volesse mai divenire.

La scrittura di Pent è complessa e affascinante, fatta di emozioni e sensazioni, trascende la pagina scritta e graffia l’animo ora con una consapevole ironia, ora con la tragica amarezza delle vicende. I dialoghi sono diretti ed efficaci, poche battute per narrare un mondo interiore, la narrazione in prima persona amplifica l’interiorità del protagonista, le sue attese, le sue illusioni, il suo dolore. Le descrizioni di uomini e luoghi trasmettono la sottile tensione del futuro e l’empatia che si instaura fra il lettore e il protagonista è assoluta.

Un vero e proprio pezzo di bravura tanto nella struttura quanto nello stile.

Uno splendido romanzo.