Con il commissario Mordenti…

Pessime scuse per un massacro di Enrico Pandiani, Rizzoli 2012.

Già avevo letto in buona parte, spiluccando in libreria, gli altri libri del summenzionato autore: “Les italiens”, “Troppo piombo” e ”Lezioni di tenebra” ricavandone una felice impressione, per cui, quando è uscito il quarto mi sono sentito in debito di acquistarlo (era l’ora).

Al sodo. Ucciso con una mitragliatrice il senatore Vigoureaux, eroe della Resistenza, presso la sua tenuta a Fontainebleau insieme ad una figlia e alla sua guardia del corpo. A terra una statuina di Babar, l’elefante dei cartoni animati.

Indaga il commissario Jean Pierre Mordenti e soltanto una parte della sua squadra “Les Italiens”. Gli altri a casa, cioè a Parigi. Con lui il vecchio Alain Servandoni “con quel suo viso segnato e simpatico”, Delphine Roussel, tipa tosta e solitaria, iridi di ghiaccio, altra bellezza aggiunta il capitano Mai Linh Trang e quindi corteggiamento e pure tachicardia e fitta allo stomaco e ad un certo punto i suoi denti bianchi che affondano nel suo cuore (come andrà a finire?). Mordenti “capelli neri e spettinati”, “profilo affilato”, ”labbra costruite per baciare”, sua bussola una cicatrice che parte dall’orecchio sinistro e scende fino a metà del collo, se prude è nella giusta direzione, libri preferiti “La noia”, “La nausea”, “La peste” (mica male).

Per competenza territoriale si aggrega pure il vecchio amico Jean Luc Lemaître che convive con la “propria insoddisfazione”, vorrebbe tradire la moglie ma non ce la fa (coraggio!). Mordenti durante gli anni è cambiato, ha visto “la faccia scura del mondo”, ora è disincantato, indurito.

Si scoprono due lettere inviate al senatore in cui è citato Babar che verrà ad ucciderli, e infatti lo scrivente farà una brutta fine. E’ una storia, questa, che mischia la Resistenza con il traffico internazionale di droga e di armi e la fuga di nazisti alla fine della guerra. Storia pure di documenti, fotografie, di ebrei deportati, delle indagini portate avanti dalla squadra, ognuno con i suoi problemi personali.

E Babar intanto continua lo stillicidio dei morti ammazzati, insieme ad un ladro di scarpe che se non gliele dai ti manda al creatore. Azione al momento giusto con relative sparatorie ed eroica ferita, elettrica tensione per cercare di capire chi è questo benedetto Babar (ad un certo punto ci si può fare).

Ottima struttura, lettura piacevole che scivola via leggera con tocchi di ironia e umorismo (vedi l’episodio del ladro di scarpe che imperversa a Parigi) intrecciati con momenti di battiti amorosi e riflessione pensierosa sulla storia, sull’uomo e sulla vita.

Uno scrittore vero tra tanti pseudo scrittori.