Alex è un romanzo dalla struttura intrigante e ricca di colpi si scena. Quali sono le difficoltà di generare una trama così complessa e affascinante?

Il romanzo si basa su un enigma semplice: il personaggio principale si svela essere diverso da quello che sembra in una fase iniziale. La difficoltà è stata nello sviluppare il fascino e le debolezze di Alex, per rendere intrigante lo sviluppo della storia.

Da dove viene la figura del Commissario Camille Verhoeven? Da dove vengono la forza e il carisma di questo “piccolo uomo”?

Il modello è stato mio padre. Non ho assolutamente immaginazione…

Alex è un personaggio per alcuni aspetti controverso, ma comunque sempre carico di attrattive. Qual è il fascino della trasformazione da vittima a carnefice?

Questa non è una regola assoluta (ci sono eccezioni non male) ma nel Thriller i personaggi sono spessi o buoni o cattivi. I grandi thriller funzionano bene con i lettori perché sono dei grandi romanzi semplificatori. L’interesse con Alex era semplicemente di tentare di riunificare il « buono » e il « cattivo » all’interno dello stesso personaggio.

Ci sono state delle difficoltà nei cambi di prospettiva legati all’evoluzione della protagonista?

Il personaggio principale si evolve poco: quando il romanzo inizia, in un certo modo, la via di Alex è già terminata. Ad ogni modo la scena legata al suicidio di Alex è stata una delle più complesse da creare.

Qual è il suo rapporto con la serialità dei personaggi e delle vicende? Sia come lettore che come autore.

Nel creare Verhœven non avevo intenzione di creare un personaggio seriale. Tuttavia ha preso parte in Alex perché questa storia si adattava benissimo alla sua vita, al suo dramma personale.

Ad ogni modo, come autore e come lettore, mi piace ritrovare dei personaggi nei romanzi, perchè quando si ama la letteratura, questi personaggi diventano vivi come se fosse delle persone reali.

La serie del Commissario Camille è destinata a proseguire?

No, si tratta di una trilogia di cui Alex è il secondo volume. Camille è apparso nel mio primo libro « Travail soigné » e terminerà la sua carriera letteraria nel mio prossimo romanzo.

Ci darebbe un’anticipazione sui suoi prossimi lavori?

Innanzitutto organizzare una bella uscita di scena per Camille Verhœven.

Poi dedicarmi a un romanzo per me molto importante: si svolgerà a Parigi nel 1920, appena terminata la prima guerra mondiale, e includerò un mistero, una storia vera… che non sarà però un romanzo poliziesco.

E' infatti possibile che io non scriva più romanzi polizieschi.

Ha mai pensato di ambientare una delle sue storie in Italia?

No. Per ambientare un romanzo in un paese, è necessario conoscerlo molto bene, e non è il mio caso con l’italia (paese che comuque amo moltissimo per molte ragioni).