Uscirà agli inizi di dicembre nelle sale italiane La cosa di Matthijs van Heijningen Jr., con Mary Elizabeth Winstead, il prequel che sarà ambientato 3 giorni prima degli eventi del film omonimo di John Carpenter del 1982 con Kurt Russell.

Ricordate l’inizio del film? No? Allora ci proviamo noi, anche perché la fine di un film è l’inizio dell’altro…

Antartide, inverno 1982. La quiete della base scientifica statunitense U.S. Outpost #31 viene improvvisamente interrotta dal rumore di un elicottero che sta inseguendo un husky. Il cane trova riparo alla base. Dall'elicottero scendono il pilota ed un compagno pronti a tutto per abbattere il cane. Il pilota recupera una bomba a mano, mentre l'altro imbraccia un fucile di precisione. Il pilota, dopo aver tolto la spoletta, tenta di lanciare la bomba, ma gli scivola dai guanti e l’esplosione fa saltare in aria anche l'elicottero. Il compagno superstite non si perde d’animo, ma nel tentativo di uccidere il cane, ferisce alla gamba un membro del personale della base scientifica e così nell'inseguimento verrà a sua volta abbattuto da un altro componente della base.

Due uomini allora decidono di andare a vedere cosa è successo al campo norvegese da dove i due uomini erano partiti. Lo trovano demolito e abbandonato. Solo cadaveri e i resti deformati e bruciati di quella che sembra essere stata una figura umana. Viene anche trovato materiale su quello che si scoprirà essere il ritrovamento di un'astronave aliena.

“Be', da quello che vedo qui abbiamo un normale gruppo di organi interni: polmoni, cuore, reni, fegato, intestini... sembra tutto normale. (Dr. Blair – La cosa)

Il film di Van Heijningen racconta esattamente quello che sarebbe accaduto prima dell’inseguimento del cane. Ovvero di una paleontologa che raggiunge una regione desolata dell’Antartico per la spedizione della sua vita: partecipare a un team norvegese di ricerca scientifica che si è imbattuto in una nave extraterrestre sepolta nel ghiaccio. All’interno viene scoperto il corpo congelato di una creatura che sembra essere morta nello schianto centomila anni prima. L'alieno congelato viene improvvisamente liberato dalla sua prigione, dando seguito ad una lunga catena di morti, con l’essere alieno che imita tutto ciò che tocca, trasformandosi nella vittima di turno.

Premesso che sembra che a Hollywood scarseggino le idee, visto che ormai spopolano da qualche anno i remake, prequel, sequel e chi più ne ha, più ne metta, andiamo subito al dunque dicendo che anche “La cosa di Carpenter, tratto dal racconto “Who Goes There?” di John W. Campbell, era un remake del film “La cosa da un altro mondo” diretto da Howard Hawks nel 1951.

Quindi stiamo a vedere, anche se va detto, non ci dobbiamo aspettare troppo, visto che anche il finale sembrerebbe risaputo. Andranno certamente apprezzati gli effetti speciali e la fotografia.

“Nessuno... si fida più di nessuno ormai... e siamo tutti molto stanchi… Io non posso fare altro... solo aspettare...” R.J. MacReady, pilota d'Elicottero, Base Antartica 31. (MacReady – La cosa)

Tutto ciò comunque ci spinge a fare anche un breve excursus su John Carpenter, il geniale regista che gioca con i generi offrendo continue tracce nel suo cinema di una visione costante e coerente sull'uomo a contatto con una (ir)realtà al limite della disfacimento, anche in considerazione della recente visione di “The ward – il reparto”, thriller psicologico a basso budget che il regista di Carthage, New York, ha girato nel 2010 (film distribuito in Italia nel 2011).

Nel 1966, a North Bend, in Oregon, Kristen una giovane piromane viene catturata dalla polizia dopo che ha appiccato un incendio a una casa colonica. Viene ricoverata in un ospedale psichiatrico dove viene affidata alle cure del dottor Gerald Stringer, che utilizza una particolare terapia sperimentale.

“The Ward” è quasi interamente girato nell’Ospedale Psichiatrico stile Overlook Hotel (“Shining”), realizzato con un linguaggio classico, essenziale ed efficace: dignitoso il cast seppur privo di star.

Carpenter non è estraneo ai film low-budget (10 milioni dollari il bilancio di “The ward”). In una conversazione ha affermato che per lui “fare un film è fare un film”, non importa quale sia il budget.

“Questo non è un grande film. Non è un film improntato agli effetti speciali. Non è un film incentrato su star di Hollywood.

E' un film più ridotto che magari non ha un suo valore in termini di produzione, perché non abbiamo avuto un grosso budget, ma ha forse più possibilità in alcune aree. Sì, quando si dispone di un budget più grande, hai molte più cose a disposizione: più persone, più capacità, più telecamere e tecnologia. La cosa più importante è che si ha più tempo. Realizzare film equivale ad avere tempo. Quindi, su un grande film, si hanno a volte mesi di tempo per girare. Su un piccolo film, si hanno settimane. E allora il regista si siede e dice: "Beh, come racconterò questa storia avendo solo 20 o 30 giorni di tempo per girare? Come posso fare questo? Bisogna definire una strategia e una tecnica per raccontare la storia in modo efficiente e semplice. Questa è la differenza. Un modo di lavorare non è migliore o preferibile rispetto agli altri, sono solo diversi.”

Carpenter ammette poi che i registi dell'orrore, specialmente quelli a basso budget, sono a volte considerati a un livello appena sopra i pornografi e mentre sembra contento di guadagnare dei soldi facili dalle case di produzione, non crede veramente che i remake dei suoi film siano belli come gli originali.

“… questo è quello che ho sempre desiderato nella vita: stare comodamente seduto sul mio divano e aspettare che qualcuno venisse a darmi un assegno per non fare nulla in realtà, per un film per la cui creazione ho già lavorato anni fa. È un sogno che si avvera, non devo fare niente! È tutto OK. E solo la visione di qualcun altro.”

“Non usciremo vivi di qui... ma neanche la cosa”. (MacReady – La cosa)