Un serial killer spietato che sembra privo di pietà umana; un criminologo che accetta la sfida di tracciarne il profilo per poi rimanerne coinvolto anche personalmente; un piccola ma celebre città dove tutti si conoscono ma i segreti sono tanti: questa la ricetta del thriller Polvere rossa di Marco Bettini.

Andrea Germano insegna criminologia e occasionalmente offre consulenze a polizia e Carabinieri: non chiamatelo profiler, perché non ci si sente. «Sono una specie di Sherlock Holmes delle menti deviate»: così si presenta. Ettore Mazza è un poliziotto che mette passione nel proprio lavoro (forse anche troppa) e non si ferma al primo problema.

Questi due personaggi diversi sono accomunati da un unico obiettivo: fermare un sanguinario serial killer che ha appena iniziato la sua “carriera” in una notte di Rimini.

Attraverso la criminologia Bettini ci mostra i trucchi del mestiere e ci fa entrare non solo nella mente degli indagatori ma anche del criminale. La scelta di un finale assolutamente atipico (che ovviamente non possiamo svelare) denota l’intento dell’autore di porre l’attenzione su argomenti che esulano dai canoni del thriller, dimostrano che non ci si vuole fermare alla fiction: il lettore viene catapultato in un mondo agghiacciante il cui orrore nessun thriller potrà mai ricreare, perché... è tutto vero!

Non il solito thriller, non il solito serial killer, non la solita storia: Polvere rossa è un romanzo che si lascia bere d’un fiato ma attenzione... lascia molto amaro in bocca!