Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata di Andrea Camilleri è una antologia che raccoglie otto racconti, tutti ambientati a Vigata, negli anni che precedono o che seguono la seconda guerra mondiale e la Liberazione.

Ne La congiura tante donne di paese si mettono d’accordo per giocare un brutto tiro a una di loro, troppo solerte nel denunciare alle autorità fasciste chi le è antipatica o chi le “fa ombra”. Scherzo che riesce perfettamente nella logica del finale de “l’empio punito”.

Il secondo, Regali di Natale, è una storia di malavita di paese in salsa comica. Memorabile la scena in cui i membri del circolo "Famiglia & Democrazia” cominciano a sparare in aria nella sala dove sono riuniti a giocare d’azzardo credendo che il rumore causato dalla caduta di una vassoio di bicchieri fosse in realtà il colpo di una revolverata.

Ne Il merlo parlante l’animale memorizza l’ultima frase che ha sentito e la ripete in continuazione, mettendo in seria difficoltà un giovane e ignaro novello sposo, succube degli eccessivi appetiti sessuali della moglie.

Gran Circo Taddei è la storia, che vira sul grottesco, del passaggio da Vigata, in anni “fascistissimi”, di un circo composta da un leone che perde il pelo e non ruggisce, cinque cavalli e tre belle ragazze che sanno molto bene amministrare le loro grazie. Protagonista un  casanova di paese che si crede molto scaltro nel mettere a punto un piano criminale. Ma se la deve vedere con donne molto più furbe di lui.

In La fine della missione un avvocato di gradevole aspetto e di notevoli doti fisiche e morali, si trasforma durante la notte in un’ombra che penetra nelle case per compiere missioni “benefiche”. Di che tipo di missioni si tratti lo scoprirà il lettore divertendosi.

Un giro in giostra è l’unico racconto amaro della raccolta. E’ la storia di un bambino chiamato Benito per volontà del Podestà del luogo, che vuol omaggiare il Duce. Il piccolo subirà le angherie della sorte piegandosi al suo destino e nel momento in cui scopre l’ amore sarà troppo tardi.

Gli ultimi due, La trovatura e La rivelazione, raccontano storie di finzioni e burle con svelamento finale. A lieto fine il primo, più amaro il secondo.

Sullo sfondo di ogni racconto, il ritratto dell’epoca in cui si svolge, del modo di pensare della gente, delle leggi che vigevano. Le donne, sembra suggerire l’Autore, sono il vero motore delle azioni che compiono gli uomini.

Comun denominatore di tutti i racconti, una grande carica di sensualità ed erotismo: inarrestabile forza vitale che vince sulla guerra, sulla distruzione e sulla morte. “Era la vita che esplodeva in tutta la so’ potenzia, era la gioia di viviri quella che nottetempo isava alla luna il so’ canto passanno oltre i soffitti e il tetto, era la potenti voci della gioventù quella che superava lo sbarramento fitto dei tappi di cotone e penetrava nell’oricchi di Nito come un’eco irraggiungibili” (da Un giro in giostra).