La circonferenza delle arance di Gabriella Genisi, Sonzogno 2010.

Vigilia di Natale a Bari (dicembre caldo). Personaggio principale il commissario di polizia Lolita Lobosco detta Lolì. Alcuni spunti: 36 anni, capelli lunghi corvini, quinta di reggiseno, arance sempre a portata di mano, si sposta su una Bianchina cabriolet celeste pallido del ‘62, adora la musica napoletana, madre siciliana e padre carabiniere napoletano morto ammazzato davanti a casa, ottima cuoca, detesta le smancerie, adora i bagni rilassanti nella vasca e i massaggi del centro benessere.

Sottoposti Forte Antonio innamorato innocuo ed Esposito Tonino. Fatto principale: il dentista Stefano Benedetto Morelli, ex fiamma liceale, viene accusato di stupro su Capua Angela. Inizia l’indagine con tutte le implicazioni psicologiche da parte di Lolita, un tempo fidanzata respinta. Attorno a questo episodio ruotano altre vicende relative alla vita di ogni giorno. C’è l’amica del cuore che tradisce il marito, c’è l’amica di gioventù che diventa nemica e fa carriera con l’aiuto del questore, c’è la sorella acida e il cognato donnaiolo che la spinge a darsi da fare sessualmente, c’è il giovane giornalista che esaudisce il desiderio.

Una storia di dubbi, di tradimenti (praticamente un giallo di corna), squarci di vita della città, fino all’arrivo del morto ammazzato e alla scoperta dell’assassino.

Un bel risultato psicologico supportato da un linguaggio fresco inframmezzato da espressioni dialettali e intriso di forte senso umoristico (ad un certo punto si meraviglia che “ i sentimenti possano restare intatti come merluzzi surgelati”). Il tutto in prima persona al presente raccontato dalla protagonista principale.

Trama giallistica leggerina ma qui conta poco che al centro del palco sta Lolita Lo bosco, detta Lolì, con la sua quinta di reggiseno e le sue arance (alla fine del libro alcune ricette) tonde e appetitose come il suo corpo.