Uscito per la collana Farfalle di Marsilio, Finché sarà passata la tua ira, quarto romanzo di Åsa Larsson edito in Italia, parte con un evento drammatico che lascia il lettore senza fiato fin dalle prime pagine: Simon e Wilma, due ragazzi entusiasti e innamorati, si spingono ad esplorare, con la tuta da sub, i fondali di un lago in cui pare sia precipitato un aereo scomparso molti anni prima. Sono giovani e pieni di voglia di esplorare, ma non incoscienti. prendono infatti tutte le misure affinché l’immersione vada a buon fine. Ma qualcuno fa in modo che non ne escano vivi. La voce di Wilma comincia il libro e torna, a volte, come un tetro appuntamento, a volte come il tassello mancante di un puzzle:

«Ricordo come siamo morti. Lo ricordo e loso. È così ora, certe cose le so anche se non vi ho assistito di persona. Ma non so tutto, anzi. Non esistono regole. Come per le persone, per esempio. A volte sono stanze aperte in cui posso entrare senza problemi. A volte sono chiuse. Il tempo non esiste, come se fosse stato spazzato via».

È proprio il cadavere di Wilma a essere scoperto e subito Rebecka Martinsson, avvocatessa diventata procuratore a Kiruna, investiga sulla morte dei due giovani assieme all’ispettore Anna-Maria Mella. Un duo riuscito proprio perché improbabile: ognuna è presa coi suoi problemi esistenziali (e affettivi), col bagaglio di passato con cui fare i conti e ognuna a suo modo (non sempre ortodosso) si rivela una grande professionista.

Il mistero si infittisce di un nuovo omicidio e le donne giungono sulle tracce di una famiglia ombrosa, i Krekula, genitori strani, figli ancora più strani: Hijalmar e Tore, che portano nelle rispettive turbolenze le stigmate di una bestialità passiva e attiva.

Questo è uno di quei libri cui si torna appena si può, il mistero non è complicatissimo e la vera suspense è data dalle situazioni, dai momenti di alta tensione, dai collegamenti fatti col passato di una terra invasa. La storia è sostenuta da una bella scrittura solida, corposa, duttile – scattante in alcuni punti, più descrittiva in altri –, in alcuni momenti perfino poetica (e qui si elogia anche la traduttrice, Katia De Marco, per l'eccellente traduzione che ha mantenuto il sapore nordico).

L’autrice, Åsa Larsson, è nata a Kiruna nel 1966. Avvocato fiscalista, è autrice della serie di gialli che ha per protagonista l’avvocato Rebecka Martinsson, di cui Marsilio ha già pubblicato “Tempesta solare” e “Il sangue versato”, premiati entrambi dall’Accademia svedese del Poliziesco. Dal primo libro della serie è stato tratto un film. La serie, tradotta in dieci lingue, ha venduto nel mondo un milione di copie.

Un plauso, dunque, ad Åsa Larsson e alla sua storia che, tra laghi ghiacciati, cela e svela le reminescende delle ire trascorse. Un libro che dimostra che sì, non dobbiamo spalancare le porte indistintamente agli stranieri solo per il gusto del forestiero. Però quelli bravi, almeno quelli, teniamoceli stretti.