Abbiamo iniziato questo speciale con una corsa al remake se non al plagio bello e buono: quale miglior modo di chiuderlo se non con un ennesimo remake non dichiarato? Gli ultimi due film di questo ciclo non solo condividono l’essere ignorati dai distributori italiani, ma anche essere strettamente legati l’un l’altro... cioè sono uno il remake fedele dell’altro, anche se con qualità profondamente diversa.

           

Nell’ottobre 2010 il londinese Alex Garland (noto per la storia di 28 giorni dopo) sotto l’egida della Dredd Production deposita una sceneggiatura dal titolo Peach Trees. Gli “alberi di pesco” a cui si riferisce il titolo sono gli enormi grattacieli che svettano nelle megacity dell’universo di Judge Dredd: quella sceneggiatura diventa il film Dredd. Girato fra novembre 2010 e febbraio 2011 nel Sud Africa, fra Johannesburg e Città del Capo, il film viene presentato solo nell’estate del 2012, in anteprima al celebre Comi-Con di San Diego. Come mai questo ritardo? Mistero...

Intanto dall’altra parte del mondo la casa indonesiana Merantau Films gira Serbuan maut, scritto e diretto dallo scozzese Gareth Evans. In malese il titolo significa “Raid mortale”, e quando nel settembre 2011 la pellicola viene presentata al prestigioso Toronto Film Festival - esattamente un anno prima di quando verrà presentato Dredd - vanta il titolo The Raid. Redemption.

Perché è importante sottolineare tutte queste date e presentazioni? Perché serve far notare come Dredd sia stato scritto circa un anno prima di The Raid? Semplicemente perché i due film sono identici. Non simili, non “ispirati” uno dall’altro: sono identici. Judge Dredd a parte, ovviamente.

               

La corrotta Megacity, piena di colori e di rumori, non è molto differente dalla grigia e piovosa Jakarta: entrambe hanno interi quartieri totalmente in mano alla criminalità locale.

Poco importa se Judge Dredd (Karl Urban) e la sua recluta in prova Anderson (Olivia Thirlby) entrano in un grattacielo per una piccola effrazione, mentre l’agente speciale Rama (Iko Uwais) organizza con i suoi uomini un raid in un palazzo strapieno di criminali. Non importa se a gestire l’intero peachtree di Megacity sia la big boss Ma-Ma (Lena Headey) e che a gestire il palazzo di Jakarta sia il big boss Tama (Ray Sahetapy). Il risultato è lo stesso: appena i tutori dell’ordine sono entrati, il super-criminale chiude ogni uscita e sguinzaglia loro addosso valanghe di criminali. Nessun posto dove scappare, nessun posto dove nascondersi: solo cruda e violenta azione.

Come abbiamo visto il piccolo film indonesiano è nato dopo la grande produzione americana, ma la differenza è abissale: è la testimonianza lampante di come non servano né soldi né grandi lanci per creare un capolavoro. The Raid con il suo milione di dollari di budget è costato trenta volte di meno di Dredd (che vanta circa 35 milioni di budget!), non ha grandi scenografie ed anzi le rarissime inquadrature dell’esterno sono di schifo e degradazione: non certo la lussureggiante Megacity del film americano. Ma mentre Dredd è un film immobile, incapace di creare anche la pur vaga emozione, The Raid è fra i migliori action movie che siano mai apparsi su schermo.

Riunitisi dopo il successo di Merantau, l’atleta-attore di Jakarta Iko Uwais e il coreografo-attore giavanese Yayan Ruhian si rincontrano guidati con mano sicura di nuovo da Evans: questo sodalizio regala le più incredibili, dure, sporche e sorprendenti sequenze di close combat mai viste in un film. Niente tonnellate di inutili proiettili, come amano gli americani, ma scontri all’ultimo sangue con ogni tipo di oggetto possibile usato come arma.

È una storia d’assedio “in movimento”, perché per la totalità della durata del film i buoni sono assediati dai cattivi, ma mai in uno spazio solo: tutti si muovono e tutti si scontrano e tutti trattengono il fiato in attesa dello scontro successivo. Niente di tutto questo si trova in Dredd, sebbene la storia sia la stessa e proceda in modo pressoché identico.

            

Mille altri film d’assedio sono rimasti fuori da questo speciale, ma ci sarà magari modo in futuro di parlarne. Non resta che attendere il prossimo settembre con l’uscita in patria di The Raid 2: il cinema d’assedio continua...