I “casi freddi” non appartengono solo al mondo televisivo statunitense: il giornalista Massimo Pisa, specializzato in cronaca nera, nel suo primo libro ci racconta i casi irrisolti di una città italianissima. Da alcune settimane in libreria, per Dalai Editore, Milano Cold Cases.

    

Dalla quarta di copertina:

Esistono, i delitti perfetti. Diventano cold cases, etichetta anglofona di successo, per l’ottimismo della volontà degli investigatori, che li tengono in freezer sperando di scongelarli. Ma esistono. Non serve il più sofisticato dei piani, né la più raffinata delle menti criminali. Basta un dettaglio, un pezzo spaiato, un testimone voltato dall’altra parte, una disattenzione o un eccesso di prudenza da parte di chi indaga. Che arriva sempre dopo, corre a handicap, gode di supporti scientifici sempre più precisi ma gioca una partita umanissima e mortale contro un assassino.

La recente storia nera di Milano è piena di omicidi. Di mala, di mafia, di ’ndrangheta. Non si ammazza soltanto di sabato, come scriveva Giorgio Scerbanenco. E non muoiono soltanto i soldati di bande e cosche. Finisce sotto il piombo, o con un coltello in gola, anche gente comune: certo, c’è il pregiudicato con la fedina torbida ma anche il ragazzo dal presente specchiato. Il mecenate e la moglie inquieta, professionisti e clochard. In questo libro ci sono diciotto casi, diluiti in diciotto anni. Radiografati, scarnificati, indizio per indizio, dettaglio per dettaglio. Piccoli omicidi, spesso dimenticati come le loro vittime, spariti dalla memoria come i loro assassini. Per diciotto volte perfetti.

       

Massimo Pisa (Catania, 1975) lavora dal 2001 alla redazione milanese di «Repubblica», dove è cronista di nera, sport e spettacoli. Ha scritto di omicidi e inchieste antimafia, partite di calcio e di basket, concerti rock e jazz. Questo è il suo primo libro.

    

Milano Cold Cases di Massimo Pisa (Dalai Editore), 208 pagine, euro 16,00 - ISBN  9788866200741