H2O è la formula del più comune elemento in natura, l’acqua, oltre a essere la chiave per penetrare il mistero che sta alla base di questa storia a tratti commovente, a tratti straziante, che Alex Infascelli ha deciso di utilizzare come apripista per la neonata casa di produzione “52”.

Cinque ragazze chiuse in una villa al centro di un lago. Un isola e una casa dove trascorrere una settimana, esiliate dal mondo, impegnate in un digiuno purificatore che deve spingerle verso la personale e autonoma realizzazione. Tra loro, la padrona di casa, Olivia, pare lottare coi fantasmi di un passato troppo duro da cancellare, troppo profondo per lasciare respirare. Tutto sembra andare per il meglio, finché una notte Olivia non scopre che le amiche sistematicamente violano le regole del digiuno divorando scorte di merendine a sua insaputa. Dal mattino dopo, nulla sarà più come prima. I giorni saranno sempre “pieni di belle sorprese”…

 

Si dice che il terzo film sia quello che segna la maturità stilistica di un regista. Infascelli dopo l’ottima prova dell’opera prima Almost Blue e il bellissimo, a parere dello scrivente, Il Siero delle Vanità, ritorna al cinema con un film davvero interessante.

Un thriller di introspezione, che indaga temi profondi, mette a nudo lacerazioni impossibili da risanare, ma terribilmente comuni. Lo fa lasciando intuire, con calma, tranquillità, fino ai titoli di coda, dove tutto è, più o meno scientificamente, chiarito. Un film trasparente, proprio come l’acqua, eppure malato, deviato, come la protagonista. La pellicola vive di ritmi dilatatissimi, tempi lenti, una introspezione continua e, aiutata dalla brevità del lavoro, non pesa a chi si avvicina con interesse.

Tutte brave le attrici, alcune alla prima esperienza… e davvero enorme il cameo di Mauro Coruzzi, in arte Platinette, nella parte di uno psichiatra che segue la protagonista durante gli anni dell’infanzia. Le riprese, la fotografia ed il montaggio, ormai canonizzate nello stile di Infascelli, in quest’opera dilatano ancor di più quei vezzi di incomprensibilità, mutazione, deformità del reale. La colonna sonora, curata da Steve Von Till, composta di tutte più o meno catalogabili come suite post-rock, aiuta lo spettatore ad entrare proprio nei tempi e nelle atmosfere del film.

In ogni parte il lavoro è curato, anche dal punto di vista di prodotto cinematografico. La nascente “52” ha infatti, proprio con quest’opera, inaugurato un nuovo tipo di collaborazioni distributive davvero interessanti. In appoggio a quotidiani o settimanali, per creare aspettativa e ingolosire il mercato, prevedono prima del lancio vero e proprio una prima uscita controllata. In questo caso assieme a un quotidiano ed un settimanale di enorme tiratura, è uscito questo cofanetto in cartone davvero gustoso, con splendida copertina, booklet informativo e disco di ottima fattura. Nelle sale cinematografiche probabilmente in tempi brevi, nei negozi dopo la solita trafila. Di sicuro da avere; un ottimo esempio di film di genere italiano, ma di quelli della nuova generazione.

Extra

Nessun Contenuto speciale, Distribuito con il quotidiano “La Repubblica” o il settimanale “L’Espresso"