In una città qualunque uno spietato assassino seriale dà il via al proprio programma di morte iniziando a colpire e sostituendo parti dei corpi delle proprie vittime con pezzi analoghi di un manichino. L’indagine sul barocco pluriomicida viene affidata all’Ispettore Amaldi, psicologo della polizia dal passato tormentato e mai dimenticato del tutto. Nel bel mezzo di una città che lentamente sta impazzendo per uno sciopero di netturbini, nel bel mezzo di una indagine circa le molestie ricevute da una giovane e bellissima studentessa universitaria, tra i flash del passato terribile di ogni protagonista, Amaldi e l’assassino si rincorrono. Fino a che il mistero non sarà svelato… tornando indietro nel tempo, fino ai giorni in cui, poco fuori città, il vecchio orfanotrofio comunale finì distrutto in un misterioso incendio. L’impagliatore, opera prima di Luca Di Fulvio, attualmente in libreria per la Einaudi – Stile Libero, è un thriller robusto, ben scritto, davvero avvincente. Non vive, come è ormai purtroppo tradizione nei prodotti più commerciali e di più larga fruizione, di un filone a trama e intreccio unico, per cui il lettore finisce immerso in un unico tunnel nel quale non è possibile spaziare o divagare. Di Fulvio, infatti, pur lanciandoci fin dalle prime pagine nel vivo della storia, riesce a fondere una serie di avvenimenti e di “filoni narrativi” che solo alla fine si comprendono legati insieme da un unico, intelligente disegno. I personaggi, ben caratterizzati, non risultano mai troppo banali. Di ognuno, poco per volta, l’autore svela segreti, intimità, terrori e dolcezze… trasformandoli per forza di cose in una serie di uomini e donne, soggetti credibili. Dal cinico e sprezzante vice di Amaldi all’ispettore stesso, per esempio, un vero e proprio campionario di umanità differenti si rincorre tra i personaggi in divisa. Lo stesso ispettore capo, accecato dall’odio che un trauma adolescenziale gli ha lasciato dentro, è terribilmente vero nella sua ossessione totalizzante per gli assassini, i maniaci, gli stupratori, come credibili sono i suoi rituali, le sue piccole follie, il suo bisogno costante di rimanere solo, lontano da un’altra donna. Senza parlare, è ovvio, della caratterizzazione quasi perfetta dell’assassino, seguito con maestria sin dai suoi primi passi nel mondo dell’omicidio e analizzato con una cura poco comune negli ultimi lavori, tranne quelli davvero seri. L’autore si è avvalso per la creazione del personaggio, dell’aiuto di uno specialista psichiatra… e il lavoro è davvero ben riuscito. L’assassino non è solo e semplicemente un’ombra silenziosa che spara… ma anche un essere in carne e ossa che vive, uccide, esiste. E lo fa incredibilmente, proprio secondo gli schemi di quei soggetti affetti da particolari turbe o patologie. E non bastano i personaggi a bearsi di una caratterizzazione perfetta: ci si mette anche il paesaggio urbano. Una città che non è mai chiamata con il proprio nome, che non presenta alcun tipo di riferimento spaziale, spersa probabilmente in un deserto piatto che non la colloca vicino o lontano da nulla, le toglie ogni interesse dall’interno… e dell’ esterno non dice nulla. Una città, però, che sembra progressivamente impazzire sotto il peso dei rifiuti che si accumulano per strada, mentre i netturbini comunali sono in sciopero. Una città sconosciuta, così simile a ogni paesone di provincia, così simile a casa nostra da inquietarci ancor di più. Senza, insomma, costruire una roboante e improbabile opera carica di densi colpi di scena, senza neppure scrivere un ultra-veloce, ultra-violento pulp thriller all’italiana, Di Fulvio mette su carta un lavoro interessantissimo, ben scritto, non eccessivo nei tecnicismi (purtroppo decisamente troppi nell’ultimo periodo) che avvince il lettore, lo costringe ad andare in fondo alla storia, anche solo per la voglia di capire, comprendere un assassino che in troppe cose pare essere uguale a tanti di noi. La lettura è vivamente consigliata. Segnaliamo anche che da questo libro è stato tratto il film di Eros Puglielli Occhi di Cristallo, uscito lo scorso anno al cinema e attualmente recensito come prodotto DVD.