Nell’ultima recente uscita Carlo Lucarelli ritorna al romanzo giallo storico con cui ha iniziato la sua fortunata carriera di giallista e sceneggiatore. Il primo romanzo, “Indagine non autorizzata”, idealmente prosegue con “Bell’abissina”.

Il protagonista è il vicecommissario Marino della questura di Cattolica, agli occhi di tutti servitore dello Stato fascista ma segretamente parte di un gruppo di Giustizia e Libertà.

All’inizio della storia siamo nel 1937, a Roma. La polizia presidenziale, nella sorveglianza della rete fognaria alla ricerca di eventuali esplosivi che possano mettere in pericolo la vita del duce, scopre nella fogna di un quartiere centrale ed elegante il cadavere con la gola recisa di una donna di piccolissime dimensioni. Non si può indagare e chi si ostina a volerne sapere qualcosa in più della versione ufficiale viene allontanato dalla polizia.

La vicenda si sposta a Cattolica nel 1940, pochi giorni prima della dichiarazione di guerra dell’Italia. Il vicecommissario Marino, a rischio della sua stessa vita, si dovrà barcamenare fra la segreta attività antifascista e un contegno (quasi) al di sopra di ogni sospetto nella polizia e dovrà gestire con tatto ma anche cocciutaggine il risultato delle indagini, per lo più non autorizzate.  Nel romanzo Lucarelli ricostruisce con accuratezza di storico i tratti salienti del regime in quegli anni e i vari personaggi ne sono emblematici: la questione della razza, la corruzione nelle colonie e in patria che finanzia il regime e fa arricchire i vari ras, il machismo imperante e l’opportunismo dei tanti. Il caso sarà risolto ma in modo molto “accomodato”, al limite del grottesco, perché su certi affari scomodi bisogna chiudere un occhio, meglio tutti e due.

Romanzo interessante e molto ben documentato. Tante citazioni musicali, sia canzonette che swing italiano.

Aspettiamo la prossima avventura del promosso vicequestore Marino.