Ricetta perfetta per l’action thriller del nuovo millennio: prendere un regista straniero che si sta ancora facendo le ossa, scegliere location economicissime in Sud Africa e imporre allo sceneggiatore esordiente di ambientare gran parte dell’azione del film in ancor più economici spazi chiusi. Se il tutto è affidato a un buon montatore, il risultato sembrerà un adrenalinico film d’azione... anche se in realtà è quasi immobile!

Safe House è un ottimo prodotto che nasce da vistose carenze di budget ma sa sfruttare bene il poco che ha e fornisce agli spettatori uno spettacolo garantito, in realtà grazie quasi esclusivamente alla bravura dei due attori protagonisti... probabilmente le uniche spese ingenti di tutta la produzione!

La compiaciuta tracotanza di Denzel Washington, divenuto ormai insopportabile nella sua bravura, viene splendidamente controbilanciata dalla giovanile baldanza di Ryan Reynolds, che si prende una pausa dai suoi ruoli fantastico-superomistici per dimostrare che starebbe decisamente meglio in produzioni spionistiche o d’azione. (Ma visto che con i supereroi si guadagna molto di più, l’attore tornerà presto in una qualche tutina variopinta, pare addirittura quella di Deadpool!)

  

La trama è un classico, quasi da Manuale di Spia contro Spia.

Per vari motivi la spia giovane deve occuparsi della spia anziana, la quale però ha tanto da insegnare alla giovane, soprattutto che il tavolo da gioco cambia spesso colore e bandiera.

Malgrado, come si è detto, il cast tecnico sia quasi esordiente, il risultato è ottimo e garantisce la giusta dose di azione e di spionaggio che un film del genere promette.

  

 

Extra

"Dietro l’Azione"