Ecco un romanzo che sicuramente potrà piacere anche alle decine di migliaia di fan dei Led Zeppelin, perchè in questo divertente thriller si parla proprio di loro e di una rapina che viene attuata ai loro stratosferici incassi. Lo scrittore Jason Buhrmester (nome nuovo per noi lettori italiani) ci descrive il tutto nel romanzo La grande rapina ai Led Zeppelin (Black Dog, 2009).

L'autore nel narrare questa storia si rifà ad un fatto realmente accaduto, infatti nel lontano 1973 i Led Zeppelin suonarono in tre spettacoli a New York al leggendario Madison Square Garden e la notte prima dello spettacolo finale qualcuno riuscì a rubare da una cassetta di sicurezza dell'Hotel Drake la bella cifra di duecentotremila dollari. La cifra non fu mai recuperata ne fu mai trovato che aveva fatto il colpo.

Ecco allora che dopo più di tre decenni Jason Buhrmaster fa un racconto immaginario di come andarono i fatti con le imprese del protagonista il diciannovenne Patrick Sullivan e dei suoi amici, come riuscirono a introdursi nell'Hotel Drake, pianificando una impresa quasi impossibile e affrontando rischi imprevisti e situazioni impossibili.

Jason Buhrmester è nato a Kankakee, Illinois. Ha collaborato con riviste come Playboy, Maxim, Sp'm, Village Voice, Wired, Giant, FHM, Penthouse, e con l'italiana Rolling Storie. È editore di Inked, un periodico di cultura, stile e arte.

Un brano:

«Scordatelo, Frenchy» gridai senza voltarmi indietro mentre mi affrettavo perii corridoio di cemento. «Tu non sei inglese.» «Sì che lo sono, compagno» obiettò. L'accento era convincente.Tuttavia era fuori discussione che gli consentissi di spacciarsi per inglese. I passi per il backstage che aveva ottenuto dopo una lotta serrata con la WKTK e Record Barn penzolavano dai nostri colli. Frenchy si sistemò i baffi finti e nel cercare di tenere il mio passo gli caddero dal viso un paio di occhialetti da aviatore. «Aspetta un secondo» disse, fermandosi sotto le lampade a fluorescenza del tunnel per raccogliere gli occhiali. Raddrizzò e lisciò il gilè di denim che portava sopra una camicia assurda, lo gli stavo davanti. «Tu non sei inglese» gli spiegai. «Mi stai ascoltando? I Led Zeppelin sono inglesi. I loro manager sono inglesi, le persone del loro staff sono inglesi. Che succede se uno di loro ti chiede da dove vieni o dove sei andato a scuola? Tu non sai una merda di niente dell'Inghilterra.»

In fondo al tunnel le luci si smorzarono e la folla urlò. Il suono degli Zeppelin che guadagnavano il palco riversò nel corridoio un'ondata di rumore.

L'ultima cosa di cui ha bisogno Patrick Sullivan, diciannove anni, è di essere coinvolto in una truffa: si è appena lasciato alle spalle una scia di amicizie distrutte e nuovi nemici a Baltimora, e si è trasferito a New York dopo un triste tentativo di rapina che ha fatto finire dietro le sbarre uno dei suoi migliori amici. Ma quando gli cade l'occhio su una borsa piena di soldi nel backstage di un concerto dei Led Zeppelin, comincia subito a pianificare la sua ultima, folle missione, quella della redenzione agli occhi di coloro che aveva abbandonato. Per prima cosa, deve rimettere insieme la sua banda: Alex, protagonista con lui dell'ultima rapina andata storta; Frenchy, musicista nevrotico che vive ancora con sua madre; e lo sconsiderato ma adorabile Keith, un genio nell'installare impianti stereo, che poi svaniscono per magia la sera stessa. Sull'orlo del fallimento, lo stravagante gruppo di ragazzi si trova coinvolto negli affari di Backwoods Billy, leader psicotico di una banda di motociclisti, e dovrà fare i conti con un procuratore distrettuale un po' sopra le righe e un fan club dei Led Zeppelin. Intanto, il disperato tentativo di rapinare la rock band più in voga del momento viene portato avanti tra colpi di scena ed esilaranti imprevisti.

La grande rapina ai Led Zeppelin di Jason Buhrmester (Black Dog, 2009)

Traduzione Tommaso Pincio, Fanucci Editore, collana Vintage, pagg. 188, euro 16,00

ISBN 978-88-347-1623-6