Con il detective Peter Decker…

Il bagno rituale di Faye Kellerman, Mondadori 2010.

Sarah Libba, ebrea, viene stuprata poco lontano dalla "mikvah", la vasca per il bagno rituale delle donne, e trovata dall'amica vedova Rina Lazarus. Siamo a Jewtown, il quartiere ebreo di Los Angeles. A indagare Peter Decker divorziato da Jan, aiutato dalla simpatica grassona Marge Dunn e dal Michael Hollander, i tre moschettieri della divisione Minorile e dei reati sessuali.

Dicevo di Peter, omone dai capelli rossi, occhi scuri e penetranti, buon poliziotto dedito al lavoro, padre di Cindy, amante dei cavalli (ne ha sei), il setter Ginger a fargli compagnia, una presenza che intimidisce (visto da Marge e Rina). Tutto preso dalla ricerca dello stupratore assassino di Foothill e ora preoccupato del nuovo caso.

Altro personaggio principale Rina, vedova, due figli, ricordi del marito, mente brillante, cuore d'oro ma un rapporto "sempre vagamente distaccato" e dunque perfetta per il nostro Peter. Se non ci fosse di mezzo la religione che le impedisce di frequentare un "goy", uno "straniero", uno diverso, insomma.

Storia di affetto e di amore impossibile che si intreccia con lo sviluppo delle indagini e la scoperta del mondo ebraico: la "tsnios", la pudicizia, niente sesso se non si è sposati, il bagno rituale, lo Shabbat, la Torah ecc… E insieme all'ebraismo l'antisemitismo, gli insulti, le aggressioni, la violenza contro la stessa Rina, oggetto di mira anche dello stupratore. Critica al sistema penale "completamente sfottuto e indegno di questo nome". Buio, silenzio, attacchi di sorpresa, paura, urla, momenti di sconforto, sensi di colpa per la frequentazione amichevole con Peter, vari indiziati anche fra gli appartenenti alla sua religione, scontro finale come da copione.

Scrittura semplice con andamento lento, ricca di spunti e di riflessioni sulla società ebraica. Costruzione giallistica (si dice?) lungo un andazzo risaputo e prevedibile.