La frescura della tuta da ginnastica pulita lo mette a suo agio. Allo stesso tempo incomincia a provare scarso interesse per tutti i ricordi che gli affiorano tra i pensieri, momenti che avevano scandito i tempi della sua crescita e del suo successo personale. Si, doveva ammetterlo. Non gli fregava più niente di quello che era stato. Ormai era morto. Senza più avere il tempo necessario per correggere la direzione della sua esistenza.

Lo capisce quando si spalanca la porta della sua camera. Non si meraviglia più di tanto a fare i conti con un estraneo di fronte a lui. Impugna una 22 con una specie di tubo avvitato davanti. Non riesce nemmeno a dire un’ultima parola o a fare un gesto di reazione, perché lo sconosciuto gli esplode subito un colpo contro. Una fiammata silenziosa. L’uomo crolla a terra. Il ginocchio spappolato. Mugola di dolore.

“Niente di personale” dice il nuovo arrivato spingendo all’indietro la porta alle sue spalle. Sul viso un sorriso morbido.

“Chi ti manda?”

L’altro gli spara un secondo colpo trafiggendogli una spalla.

“Uno che vuole vederti soffrire prima di morire, e mi ha pagato per questo!”

“Chi è?”

“Non lo so. Non so mai chi mi paga. Devo solo farti morire cosciente che stai per morire. Nel nome di tre ragazzine che hai seviziato.”

“Come hai fatto a trovarmi?”

“La tecnologia offre mille prodotti a buon mercato e molto efficaci… un buon segnalatore sulla macchina e ti ritrovo chiunque senza per forza stargli appiccicato al culo.”

Il terzo colpo frantuma il secondo ginocchio. Il quarto lacera l’intestino. L’uomo entra nel torpore dell’agonia, senza nemmeno la forza di urlare, di supplicare. O di chiedere aiuto. Chiazze nerastre di sangue si allargano sotto di lui.

“Dicono che il dolore provocato da un proiettile nell’intestino e nelle ginocchia sia insopportabile.” Dice lo sconosciuto alla sua vittima “Pare si debba pazientare una decina di minuti. Poi arriva la fine di questo incubo. La fine di tutto.”

Un’onda di silenzio investe la stanza, poi il sicario fa due passi indietro. Socchiude la porta e sbircia lungo il corridoio. Una donna si muove verso di lui, lo prende sottobraccio e insieme lasciano la camera 104 e si allontanano giù dalle scale.

Come una puttana con il suo cliente.