Sono due le storie che si intersecano continuamente –e, possiamo dirlo, magistralmente- in Solo fango di Giancarlo Narciso, entrambe ambientate in Trentino: la tragedia avvenuta in Val di Stava e il noir che vede come investigatore privato Butch Moroni, unico titolare della NPI, acronimo di No Problem Investigation, uno di quei memorabili personaggi tanto congeniali all’autore forse perché da lui riprendono una certa visione avventurosa della vita.

Il romanzo comincia con un delitto truculento: il cranio di Raffaele Fronza, ingegnere minerario, viene ridotto in poltiglia a colpi di martello, una morte impietosa, sanguinaria, e il memento mori della vittima è il primo spazio narrativo in cui il lettore ammira l’abilità dello scrittore: «Non era più in grado di capire nulla se non che stava andando lentamente giù, che il mondo come lo conosceva era diventato una spugna, un’enorme spugna scura che lo avvolgeva fino a soffocarlo. Poi anche la spugna si trasformò e divenne un’informe e scura massa di fango. E dal fango spuntarono braccia, mani, dita: dozzine di mani che gli afferravano i polsi e le caviglie, aggrappandosi a lui, trascinandolo giù nel buio.»

Moroni si ritrova inghiottito nella vicenda praticamente senza volerlo, per via di quella sua incapacità a controllare gli assensi quando le richieste arrivano dalla donna che lo ha tenuto in pugno per anni. Ma la situazione si complica, gli omicidi aumentano, i problemi si infittiscono e coinvolgono diversi elementi tra cui ambientalisti, politici corrotti e -lugubre e minacciosa- una discarica di rifiuti.

Parallela a questa c’è la storia che troverà il suo perché non solo nel tema del fango, ovvero il disastro del 19 luglio 1985 che vede il cedimento di un bacino di decantazione alto 50 metri, che ha provocato il riversamento a valle di migliaia di metri cubi di sabbia, limi e acqua: «Libero dagli argini, il fango liquido si riversa nel bacino inferiore, travolgendo il terrapieno. Con un boato, una fiumana informe di trecentossessantamila tonnellate si avventa verso il fondovalle, prendendo velocità e sradicando gli alberi. Prima ancora di essere investite dalla colata, le prime case vengono spazzate via dall’onda d’urto della massa d’aria. E dopo l’aria arriva il fango, coprendo e livellando ogni cosa.»

Ma cos’è successo in realtà, come si è arrivati a questo punto? Scoprirete anche questo leggendo il romanzo e, al piacere di una bella lettura come è quella garantita dalla narrazione di Narciso, unirete l’utile della conoscenza. E vi arrabbierete quando appurerete quanto criminalità, omertà e superficialità siano invasive nei nostri destini. Ma la politica di Edizione Ambiente è proprio questa: andare a scavare, far ricordare, pungolare. A favore dell’ambiente, certo. Perché -molti sembrano ignorarlo- ma in questo ambiente spesso vessato, maltrattato, deturpato ci ritroviamo poi a vivere, spesso ignari, a volte ciechi.