Al Sundance Film Festival arriva un film interamente ambientato in una bara: Buried di Rodrigo Cortes, al suo settimo lungometraggio, con Ryan Reynolds.

Questo outsider del Festival ha entusiasmato la critica che lo definisce "incredibilmente intenso" dal primo momento ai titoli di coda. Il critico cinematografico Alex Billington ha infatti dichiarato "Il film è fenomenale".

Prima della visione lo stesso Reynolds ha avvertito il pubblico di Park City: ''Spero che a voi questo film piaccia tanto quanto io ho odiato girarlo''.

Il film si basa su un'idea tanto semplice quanto geniale e trae la sua forza da una delle paure più diffuse e più profonde, che ha radici  nell'immaginario collettivo e che è già stata presente in opere letterarie e cinematografiche: la paura di essere sepolti vivi.

"Ho pensato. Qual è il film più economico che posso fare con il minor numero possibile di attori e solo una location?", ha detto Cortés prima che la pellicola fosse proiettata. "Ecco. E' stata più o meno questa l'idea che ha portato al concepimento di Buried".

La trama è semplice e lineare: Paul Conroy è un cittadino americano con un contratto da autista in Iraq, dopo un attacco rapido e improvviso al suo convoglio, si risveglia  sepolto in una bara. Dopo aver urlato per i primi cinque minuti si accorge di avere con sè un accendino e il cellulare e da questo momento comincia il film.

Tutta l'operazione è basata sulla performance del protagonista che secondo qualche critico ha del fenomenale, come peraltro la regia di Cortes, che specifica  di aver creato un incubo in tempo reale: il film, infatti, dura novantaquattro minuti, mentre la riserva d'aria del protagonista solo novanta.

Nessuno ha rivelato dettagli sulla pellicola, nè, soprattutto, sul finale; tutti rispettano questo piccolo gioiello di tensione, che stupisce ancora di più in un momento in cui sul grande schermo imperversano pellicole quali Avatar, in cui gli effetti speciali e la tecnologia 3D dominano incontrastati.

Buried, al contrario, è minimale, reale, buio e claustrofobico e basa la sua forza sull'immedesimazione totale del pubblico con il protagonista.

Il film uscirà nelle sale statunitensi a partire dalla prossima primavera e pare destinato a diventare un cult di cui si parlerà a lungo nei prossimi anni.