Non appena ho letto nella home page “Care barbabietole natalizie” il blog mi è rimasto subito simpatico (http://www.sugarpulp.it/) ed ho continuato la lettura scoprendo altri tipi di barbabietole e un Babbo Natale ubriaco fradicio per terra che mi ha messo allegria. Per un toscano ridanciano come il sottoscritto (quando non gli girano) una manna dal cielo. Finalmente un po’ di sana ironia, maremma bonina (aggettivo cambiato all’ultimo momento) ho esclamato. Dicevo di altri tipi di barbabietola: cyberbarbabietole, barbabietole insanguinate, compari della Barbabietola, fans della Barbabietola e poi tutta una serie di termini disparati per rivolgersi ai lettori come Amigos, Hermanos, Brothers, Splendori, Hombres, Compadres fino ad in Ciao fiòi in cui si concretizza un livello di cultura estroso con una disponibilità amicale davvero squisita. Qui mi ci butto a pesce e mi ci sono buttato. Vediamo cosa ci propone Sugarpulp: Manifesto - Racconti - Critica e Interviste.

Partiamo dal Manifesto che è, appunto, un vero e proprio manifesto letterario. Niente seghe mentali ma roba fresca, genuina, “Sugarpulp è una narrazione a duecento all’ora, è scrittura montata in modo ipercinetico, è dialogo-azione-dialogo-azione, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta”. Modelli ispiratori Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. E di’o po’o!

Tutti giovani, pimpanti, scattanti, elettrizzanti (però una donna sola, ragazzi…). E vaiii!!!!

Racconti - Credo che sia la parte più bella del blog. E lo dico con cognizione di causa se è una vita che ci sto dietro. Sono quindici racconti che propongono temi scottanti tipici del nostro paese: prostituzione, paura degli extracomunitari, razzismo, le ronde, la droga, il riciclaggio del denaro sporco, la violenza, l’odio, le lotte fra poveri eccetera eccetera. Ma sviluppati secondo le rigide regole del Manifesto e dunque veloci, ritmati, frizzanti ricchi di humour, di ironia, sarcasmo, presa per il culo  con il sesso che la fa da padrone spalmato un po’ dappertutto. Insieme alla morte accoppiata vincente e ad un pizzico di assurdo che ci sta sempre bene.

Niente spazio al ripensamento, al dubbio, alla malinconia. Quindici racconti veloci. Che fanno sorridere e…e pensare.

Critica - Praticamente novantotto recensioni con parole o frasi in grassetto per mettere in rilievo gli aspetti più importanti. Ne ho lette una cinquantina, poi mi sono anche un po’ scocciato. Tutte belle, ampie, corpose, articolate, culturalmente elevate (anche troppo) e insomma qualche stronzata ci starebbe pure bene per abbassare il livello. 

Spesso in perfetta comunanza di idee con le mie anche se, per essere franco, un po’ di benevolenza nei confronti di certe opere io ce la vedo. Difficile trovare il pelo di una critica un tantinello più severa. Ma forse non ce n’è bisogno e sono tutte fisime di un vecchio barbagianni in pensione.

Interviste - Sono diciannove. Semplici, lineari, talvolta divertenti, mettono in luce gli aspetti dell’opera e la psicologia stessa degli autori. E, finalmente!, quasi sempre senza la fatidica, terrificante domanda “Cosa hai nel cassetto?”. Perfetto.

Grazie, ragazzi.

La banda maculata: Matteo Righetto, Matteo Strukul, Giacomo Brunoro, Marco Buratta, Carlo Callegari, Adamo Dagradi, Michele Fiano, Carlo Alberto Forneo, Fabrizio Fulio Dragoni, Elena Girardini, Marco Meneghetti.