The Father, il padrino dei padrini prende spunto dal dossier del 1945, sull’affondamento del Normandie nel porto di New York.
Il documento, tenuto segreto fino al 2003 e che l’autore ha potuto consultare, rivela la verità sul sabotaggio, azione che non fu opera delle spie naziste come si era ritenuto, bensì di Cosa Nostra.
L’episodio storico, non ancora ufficialmente chiarito, che ispirò Hitchcock per il film I sabotatori (1942).
Scritto con un tessuto narrativo intenso e vero, ha convinto a tal punto, che il regista Alessandro D’alatri, ancor prima dell’uscita del libro, ne ha acquistato i diritti cinematografici.
In un’atmosfera che fin dalle prime pagine riecheggia i romanzi di Verga, di De Roberto e ancor più le celebri scene de Il Gattorpardo, si snodano e si intrecciano le vicende di uomini che cambiarono il corso della storia ben oltre i confini del nostro Paese. Una trama di amore e morte che affonda le sue radici nei latifondi dei ricchi possidenti e nel sangue dei contadini asserviti a interessi contro cui niente e nessuno sembra in grado di lottare.
E’ in America poi che si sviluppano gli avvenimenti dei personaggi e delle rispettive famiglie mafiose che idearono, costruirono e consolidarono La Cupola di Cosa Nostra, negli anni della fine del proibizionismo, quando nei locali di New Orleans risuonavano le prime note del fenomeno musicale che avrebbe invaso gli Stati Uniti e non solo: il Jazz.
Nel cuore della Sicilia si nasconde un segreto che non può essere svelato.
Succede, in questa terra bellissima e disperata, che un principe, Ferdinando Licata - detto U Patri - coglie il mutamento dei tempi, e scende a patti con le rivendicazioni di chi nella sua Isola non ha mai avuto nulla se non le braccia per lavorare. La malvagità è sempre in agguato e in una situazione di crescente sopraffazione, l’America appare come l’ultimo rifugio. Proprio nel Nuovo Continente, il Principe saprà far fruttare il suo prestigio, capendo che Lucky Luciano era l’uomo chiave per conquistare il Potere, l’unico, che ancor prima della fine del proibizionismo, aveva intuito che il mercato della droga avrebbe dato nuova vita all’impero della mafia.
Mentre le note della musica jazz tentano invano di far dimenticare l’imminente guerra contro la Germania nazista e i suoi alleati, il principe scoprirà la potenza di un’organizzazione destinata a regnare su tutti i traffici compiuti dentro e fuori gli Stati Uniti. Inizia così l’ascesa di Cosa nostra: una società segreta talmente forte da dettare legge agli stessi politici. Il principe diventa The Father: un padrino in grado di pilotare importanti operazioni belliche, grazie anche all’oscura figura di Luciano.
Luciano doveva scontare una condanna a 50 anni di galera per sfruttamento della prostituzione, ma in cambio della promessa, che ovviamente mantenne, di far cessare i sabotaggi organizzati contro la più importante flotta navale di tutti i tempi, la classe Liberty, il Procuratore avrebbe riveduto la sua posizione. Appena un anno dopo, l’ammiraglio a capo del Naval Intelligence, andò a chiedergli un altro favore: dare una mano allo sbarco degli Alleati in Sicilia, spingendo le popolazioni locali ad appoggiare l’invasione e dove possibile sabotare le postazioni naziste. Anche questa volta Luciano si prodigò per il Procuratore, ottenendo alla fine della guerra la libertà e anche la “medaglia d’onore” del Congresso.
E nella Sicilia, in cui tutto è cominciato, c’è ancora una donna bellissima che aspetta e con un inatteso colpo di scena, il bene e il male si confonderanno.
“Fu indetta una riunione tra i capi della mafia siciliana e quelli americani di Cosa nostra. Gli Stati Uniti erano rappresentati da Ferdinando Licata, mentre per la Sicilia c’erano i boss delle dodici maggiori famiglie. Furono stabilite le sfere d’influenza tra le varie famiglie. In Sicilia don Calò avrebbe comandato ancora sulla Commissione. Mentre Saro Ragusa ottenne il riconoscimento da parte dei padrini che gli “baciarono le mani” in segno di rispetto e riconoscenza per tutto ciò che aveva fatto per riportarli ai vertici del potere siciliano. Negli Stati Uniti Ferdinando Licata fu riconosciuto, insieme a Vito Genovese, il referente principale della Commissione. Durante la riunione Don Calò chiese che fine avesse fatto Jano Vassallo e Saro gli rispose che adesso era toccato a lui restare “accucchiato”. Il boss annuì soddisfatto e non fece altre domande. Era un’ulteriore dimostrazione che non c’è mai stato un mafioso d’onore… l’onore comporta un sentimento di compassione e di giustizia. La mafia non ha né compassione né giustizia, perseguendo fini che sono legati al potere per l’esclusivo arricchimento dei propri capi.”
Giornalista professionista, Vito Bruschini dirige l’agenzia stampa per gli italiani nel mondo «Globalpress Italia». Con Giorgio Bocca ha scritto le dieci puntate di Storia degli Italiani – Dall’Unità al Terrorismo mentre, per il teatro, è stato autore di Sotto un cielo di bombe, una rievocazione del primo bombardamento di Roma. The father è il suo primo romanzo.
The Father - Il padrino dei padrini un romanzo di Vito Bruschini (Newton & Compton editiori) 480 pagine - € 14,90 - ISBN 978-88-541-1568-2
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