Ritorno alla valle degli angeli è il terzo romanzo di Francesco Carofiglio, che si è anche cimentato nel grafic novel con Cacciatori nelle tenebre insieme al fratello Gianrico.

E’ la storia di un ritorno e di una partenza nel paese dell’infanzia di un uomo di successo, un giornalista famoso che ha trovato la sua realizzazione a New York. Ritorno che non è soltanto fisico ma diventerà un  viaggio nel suo passato, attraverso le molte questioni dolorosamente irrisolte.  Alla fine i tasselli di una vita ritorneranno a posto, come un grande puzzle di cui da tempo si erano perse alcune tessere e che finalmente si può completare.

Il ritmo, vera colonna sonora della narrazione, accompagna il susseguirsi degli eventi ma soprattutto le sensazioni del protagonista. Atmosfera sospesa all’inizio, poi il ritmo dolce, quasi sommesso, si fa sempre più cupo e serrato, fino al climax in un’atmosfera da thriller. Una partitura musicale. Molte le citazioni musicali e cinematografiche a fare da pendant ai ricordi del protagonista.

L’autore segue da vicino, con un’inquadratura molto cinematografica, i piccoli gesti quoditiani del protagonista Vincenzo, l’attenzione che riserva agli oggetti che lo prendono per mano e gli aprono le porte di un mondo che credeva perduto.

L’occhio si sposta poi sul paesaggio, sul paese, sulle persone.

Lo stile è affascinante, denso di evocazioni ma sempre leggero, delicato.

Ora non se lo ricordava. Non lo sapeva neanche dove andavano a finire tutte quelle cose dell’infanzia. Tipo la collezione dell’Uomo Ragno oppure i blocchetti pieni di frasi scritte a metà.

A volte ci provava, si metteva seduto sulla poltrona davanti alla vetrata e spegneva la luce. Gli riusciva più facile se partiva un musica, chiudeva gli occhi. E a un certo punto riusciva a vederli, tutti quei posti con la luce gialla, la lampada al centro di un tavolo e un a fruttiera piena di arance. Riusciva a sentirne il profumo, a milioni di chilometri di distanza, a milioni di anni, quell’odore invernale.”