25 anni fa la prima impronta genetica scoperta quasi per caso. Nel 2010 in Italia la banca dati del DNA.

Identità alla prova. La controversa storia del DNA tra crimini, misteri e battaglie legali (Sironi Editore) di Alice Andreoli - Pagine 256 - Euro 17,00 - in libreria dal 22 ottobre 2009

La storia del finger printing - le battaglie legali, gli sviluppi scientifici - raccontata attraverso molte appassionanti vicende che hanno attraversato gli ultimi cento anni: dal coraggio delle madri dei desaparecidos al caso di Anastasia Romanov; dal riconoscimento di Mengele a quello delle vittime dell'11 settembre; dalla madonnina di Civitavecchia al delitto di via Poma.

Grazie al test del DNA, 17 persone già condannate negli USA sono state salvate dal braccio della morte. Questo libro racconta anche alcune di queste storie.

In un susseguirsi di colpi di scena, l’ultimo quarto di secolo ha visto affermarsi la prova del DNA in campo forense: per una volta, la realtà non ha avuto nulla da invidiare alle trame della migliore crime fiction.

Questo saggio ricostruisce la storia del test del dna, dalla sua nascita fortuita nel 1984 agli ultimi sviluppi tecnici e giuridici, e lo fa raccontando i casi più controversi e le storie di molti a cui il test ha cambiato il destino e l’identità.

Quella delle impronte genetiche è una storia che apre prospettive esaltanti e inquietanti al tempo stesso. Racconta di identità ritrovate, impostori smascherati, innocenti liberati; di avvocati capaci di mettere in discussione le consuetudini della comunità scientifica e dello stesso sistema legale a cui appartengono; di ricercatori sul banco dei testimoni e persino su quello degli imputati.

Immediatamente dopo la sua invenzione in un dipartimento di genetica, infatti, il test del DNA è stato oggetto di aspre battaglie giudiziarie, fino a diventare una questione politica. Così, la tecnica impiegata oggi è il risultato di una mediazione sociale senza precedenti. Il futuro di questa tecnica non riguarda solo i criminali e chi dà loro la caccia, ma tutti noi, che un bel giorno potremmo ritrovarci schedati in un archivio genetico universale.

Il rapporto stretto, strettissimo tra sviluppo delle conoscenze scientifiche, storia e società e la vita di ognuno di noi emerge così con assoluta evidenza. Ecco un resoconto avvincente per sapere com’è andata fin qui ed essere consapevoli di quanto ci attende.

Scrive nella prefazione il Colonnello Luciano Garofano, comandante del RIS di Parma: «Un saggio scientifico di particolare valore culturale, soprattutto in questo preciso momento storico, in cui il Parlamento italiano ha da poco approvato la legge che istituisce la Banca dati nazionale di dna, e in cui si discute molto circa l'affidabilità di questo tipo di esame nonché, più in generale, della prova scientifica.

L'approccio narrativo scelto è tra i più seducenti: con uno stile sobrio, garbato e delicato, costantemente ancorato alla realtà di fatti documentati da una ricostruzione storica esemplare, l'autrice riesce a descrivere in maniera compiuta il ruolo che l'analisi del dna ha avuto negli ultimi venticinque anni. E lo fa attraverso il racconto di crimini ed eventi tra i più tragici e intriganti, nello scenario nazionale e internazionale: dalla strage di Capaci a quella di Nasiriya, dall'attentato alle Torri Gemelle allo tsunami. Ma anche attingendo a delitti noti e meno noti in cui il dna è stato protagonista, come il caso di O.J. Simpson, l'omicidio di Dobbiaco o lo stupro della Caffarella».

Alice Andreoli, redattrice della trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto?, è laureata in Biologia e si è specializzata in giornalismo scientifico alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Ha lavorato per Rai Educational e nella redazione cronaca dell’ANSA, e ha collaborato con testate del Gruppo L’Espresso. È nata a Padova e vive a Roma.